C'è una frase, un tormentone, che a qualsivoglia spettatore, di qualsiasi estrazione sociale, in qualsiasi settore dello stadio, in qualsiasi serie e con qualsiasi temperatura, fosse sole o fosse neve, è sempre, puntualmente capitato di ascoltare accomodando le sue terga su un seggiolino del San Nicola di Bari.
Degno successore dell' ormai istituzionale "Addò ama sci ch'chessa squadr?", proferito anche se in campo avevi Zambrotta, Cassano, Bonucci, Ranocchia o l'Uomo Tigre, il tormentone in questione negli anni ha preso piede nei prepartita in curva o in tribuna, divorando panini o tièlle che fossero, come un distintivo, una medaglia al valore, esibita da parte di chiunque: "uagliò, ca ì stav a Bari-Cittadella". Bari-Cittadella pronunciato in perfetto italiano, per conferire maggior aura di autorevolezza e solennità all'enunciato.
Da queste parti, Bari-Cittadella è una leggenda. E' il Bari-Cittadella di serie B del 2002. Il povero Cittadella, chissà perché, è assunto al cielo come topos del calcio brutto, della formazione improbabile che ti capita di affrontare, da fresco retrocesso, in serie B. Chi non ricorda gli sberleffi ai tifosi juventini in occasione dell'esordio con il Rimini del 2006?
Il motivo che fa uscire dall'ambito squisitamente calcistico e consegna quel Bari-Cittadella al mito è però un altro. Il numero dei paganti: 52. "Emm ginguandadiù", può capitare di sentir dire come opzionale appendice di credibilità da chi la proferisce al San Nicola. Vale a dire: tutti.
Sì, perché il San Nicola di Bari, sull'argomento, è l'unico luogo al mondo in cui le leggi della matematica, specie nei lunghi sonnolenti pomeriggi della serie B, vengono sovvertite. Perché al San Nicola, quella di esserci stati tra quei 52, che, va da sè, rappresenta la più alta dimostrazione di amore e di attaccamento ai colori biancorossi, è una frase detta con orgoglio ed assoluta certezza da chiunque. Chiunque. Chiunque ascolti, con chiunque ne parli, a quel Bari-Cittadella c'è stato. Altro che voi doppiofedisti, altro che il tifoso occasionale, altro che il barese juventino: eh, mò la curva sta piena ma "uagliò, ca ì stav a Bari-Cittadella", come da fenomenologia dell' "io c'ero", tratto tipico della gens Barens.
Domani torna Bari-Cittadella. Con un Bari senza proprietario e senza freni, lanciato verso i playoff grazie all'impegno di ragazzi e staff splendidi (e non retribuiti da mesi), sugli spalti saranno ben più di 52. Non ci sarà posto per una nuova leggenda, ma, c'è da scommetterci, in mancanza di un censimento ufficiale (di cui si sente una grande esigenza, ormai), sarà l'occasione perfetta per un mantra che rimbomberà dalla curva sud, alla nord ad ogni settore delle tribune. Giovane, io stavo a Bari-Cittadella. Erano in 52, lo dicono in 52mila.
Forza Bari, e forza intramontabili e bellissimi esemplari del tifo biancorosso da manuale. Impossibile non amarvi.
Ezio Azzollini