I bianconeri ottengono il loro ottavo risultato utile consecutivo in campionato regolando una decimata Udinese con il più classico dei punteggio, un due a zero disegnato da una rete per tempo. La strada per la risalita verso la qualificazione alla prossima Champions League è ancora ardua, ma i bianconeri stanno dimostrando di poter restare in gara con squadre che, attualmente, stanno rendendo più di lei sia in termini di punti che di prestazioni sul terreno di gioco. 

Nel terzo anticipo della ventiduesima giornata Allegri ha risparmiato, dove possibile, diversi giocatori molto impegnati negli ultimi turni e spremuti dai beffardi 120 minuti della sfida di Supercoppa persa contro l'Inter. In porta è tornato Szczesny dopo l'annoso problema relativo al Super Green Pass, davanti a lui confermati Rugani e de Ligt viste le contemporanee assenze di Bonucci e Chiellini, a destra Cuadrado ed a sinistra ha ritrovato la maglia da titolare Pellegrini. In mezzo al campo è Arthur a dirigere il gioco con Bentancur al suo fianco, le corsie presidiate da Kulusevski e McKennie, Dybala a cucire il gioco e Kean in attacco a combattere contro i tre centrali friulani. 

La squadra juventina è scesa in campo con una grande attenzione in fase difensiva con qualche accenno di pressing alto, ma ancora poco organico, dettato più dallo spunto dai singoli che da una vera e propria volontà corale. Quando i friulani sono riusciti a superare questa prima fase la Juventus era abile a ricompattarsi con due linee piuttosto strette a pochi metri dall'arera di rigore di Szczesny, evitando che Beto avesse a disposizione molto campo davanti a sé per mettere in mostra quella progressione che ha già fatto male a molte difese italiane, mentre Deulofeu veniva stretto in una gabbia sistematica con due giocatori addosso appena entrava in possesso di palla. Una grande prova di sacrificio per i giocatori più tecnici che spesso venivano chiamati a calpestare zolle al di fuori della loro comfort zone per aiutare i compagni del reparto difensivo. Sia Arthur che Kulusevski si sono fatti notare per questi ripiegamenti, perdendo inevitabilmente lucidità quando si trattava di andare a costruire azioni che potessero intaccare la solidità della difesa friulana. Dietro de Ligt si è rivelato ancora testata d'angolo per la difesa, in assenza dei due grandi vecchi è toccato all'olandese guidare i compagni di reparto mantenendo sempre una grande concentrazione e solidità, è vero che l'Udinese ha tentato più conclusioni complessive (16 contro 14 della Juventus), ma di queste solamente tre hanno centrato lo specchio della porta difesa da Szczesny, di cui due di Beto da fuori area. Se ad inizio di campionato la squadra di Allegri aveva denotato dei gravi difetti di concentrazione con dei veri e propri black-out durante le partite, ora questo difetto sembra essere solamente un lontano ricordo: ci sono dei momenti di rilassatezza, ma quasi sempre scacciati con rapidità grazie alla grande unità d'intenti dei giocatori e alla loro voglia di mantenere inviolata la porta.

Nella serata di ieri non è stato tutto scintillante per la Juventus, anzi. La squadra di Allegri ha chiuso il suo match con un'ottima percentuale di possesso palla, il 63%, ma spesso si trattava di una costruzione lenta, quasi pigra, con pochissimo movimento degli uomini più offensivi quasi intenti a stanare gli avversari per poi permettere un inserimento di un centrocampista. Per permettere alla squadra di avvicinarsi all'area di rigore friulana Dybala è stato spesso costretto a scendere quasi sulla linea dei centrocampisti, per far saltare i posizionamenti degli avversari e dare un po' più di imprevedibilità alla manovra, evitando l'ormai costante passaggio da destra a sinistra con l'intercalare dei due difensori centrali che si appoggiavano ad Arthur o Bentancur prima di far rotolare il possesso su uno dei due esterni difensivi. Negli unici momenti in cui la squadra ha dimostrato di avere qualità tecniche superiori agli avversari si sono materializzate le due reti: sulla prima è stata una verticalizzazione di Arthur con sponda di Kean per l'inserimento di Dybala, sulla seconda è un cambio di gioco dello stesso numero 10 argentino per De Sciglio che crossa morbidamente al centro dove si era inserito, appunto, McKennie per colpire di testa.

La nota più dolente è stata rappresentata da quello che dovrebbe essere l'uomo simbolo di questa squadra, l'autore della prima rete Paulo Dybala. Dopo aver spezzato l'equilibrio l'argentino non ha esultato come al solito con la sua "mask", ma anzi si è voltato con lo sguardo alla ricerca di "un suo amico" in tribuna. Uno sguardo che aveva ben poco di amichevole ed era quasi certamente rivolto in realtà ai dirigenti presenti in tribuna vista la situazione a dir poco nebulosa che circonda il suo possibile rinnovo con la Juventus. Al termine della partita il dieci bianconero ha poi rincarato la dose affermando che "non ha niente da dimostrare", con una sorta di risposta ad Arrivabene che solamente pochi giorni fa aveva dichiarato che i giocatori che stanno trattando il rinnovo avrebbero dovuto dimostrare le loro qualità sul campo. Se i risultati stanno percorrendo un trend positivo non si può dire dunque altrettanto delle vicende extra-campo, il clima sembra tutt'altro che disteso e vista la classifica ancora deficitaria sarebbe importante per la Juventus trovare quanto prima una soluzione a questi problemi. Ritardare troppo potrebbe portare ad una serie di polemiche interne con il rischio che ne risentano ulteriormente le prestazioni, già non brillanti, della truppa di Allegri.