L'Inter perde e non si rialza.
Prima la sconfitta in Coppa Italia contro il Napoli, poi quella a Lecce, passando per la sfida rocambolesca contro il Palermo e finendo con la clamorosa debacle di domenica contro il Novara.
Non ci siamo, per niente.
Partendo dal calcio giocato il problema più grosso si è evidenziato a centrocampo. La partenza di Thiago Motta ha lasciato un vuoto incolmabile che, partita dopo partita, diventa sempre più fastidioso. Senza nulla togliere a Poli (ottimo in queste ultime partite) lì in mezzo serve altro.
Il brasiliano ora al Psg, nonostante l'apparente "stato immobile" era indispensabile alla manovra. Punto fondamentale di raccordo tra difesa e centrocampo, filtrava ogni pallone.
Oggi quello che soffre di più la sua assenza è Cambiasso. L'argentino, non più giovanissimo, poteva contare sempre e comunque, in caso di mancato intervento, sull'aiuto del compagno. Meccanismi ad elastico rafforzati con gli anni e difficili da stabilire in poche partite.
Il ritorno di Sneijder ha sopperito in modo innaturale a questa assenza. Spesso lontano dalla porta, l'olandese arretrava fino alla propria trequarti per ricevere palla lasciando il ruolo di rifornitore finale scoperto. Senza un giocatore che agisca sempre tra linee diventa difficile afforntare una difesa come quella del Novara, arroccata in 10 dietro la linea della palla.
Ranieri, nonostante abbia commesso degli errori, non ha tutti i torti. In rosa non ha un giocatore come Thiago Motta. Lo aveva detto nella fase finale del mercato, lo pensa e lo ribadisce oggi.
Allora mi chiedo, ma che società siamo?
Se un giocatore è indispensabile per un allenatore non va ceduto, tantomeno a gennaio quando i sostituti sono pochi.
La vicenda Motta è stata gestita nel peggiore dei modi dalla società che, secondo un mio parere, doveva impuntarsi e non cedere il giocatore.
Se proprio un giocatore importante deve partire deve farlo a giugno quando c'è il tempo per trovare un sostituto e ridisegnare l'assetto tattico.
Il parallelismo con la vicenda Tevez c'è.
Il City, non avendo ricevuto un'offerta adeguata per un giocatore non più indispensabile, si è tenuto il giocatore (che tra l'altro è stato reintegrato in rosa).
L'Inter, a fronte di un'offerta adeguata, ha ceduto il giocatore, dimenticando però quanto fosse indispensabile e quanto avrebbe influito sul rendimento della squadra.
Il risultato è questo, tutti scontenti e tutti sulla graticola.
Merito soprattutto di una società ultimamente poco seria e capace di fare troppo spesso investimenti sbagliati.
Pietro Turchi