Una leggenda del calcio made in England, il bomber per eccellenza della Pemier League ma senza alcun dubbio anche di tutto il calcio internazionale, per quello che ha saputo fare sul rettangolo verde nel corso della sua prestigiosa carriera.

Alan Shearer ha compiuto 50 anni e per un traguardo così importante, ritengo doveroso ricordare il suo cammino con il pallone ai piedi, un cammino che lo ha portato a diventare uno dei più grandi cannonieri nel palcoscenico del calcio internazionale tra gli anni '90 ed i primi 2000.

I numeri dicono 260 reti in Premier League e recordman di marcature nella storia del Newcastle, la squadra che è nel suo cuore più di ogni altra.

Soprannominato “Smooky” per la sua grande passione per le patatine al bacon, il centravanti inglese è passato alla storia per le eccezionali doti fisiche, dal colpo di testa devastante alla sua incredibile facilità nel calciare da fermo; il tutto abbinato a quella inconfondibile esultanza, classica quanto "vintage", del braccio destro alzato a mo’ di vittoria.

La sua storia calcistica, il ragazzino che diventò campione

Sui taccuini degli scout di tutto il paese già veniva segnato il suo nome quando era un ragazzino che si cimentava sul rettangolo verde, e sin da adolescente le pretendenti sgomitarono per accaparrarsi il cartellino di quel talentuoso ragazzino.

La scelta ricadde infine sul Southampton, club di grandi tradizioni ed una delle academy più floride del Paese, che nel corso degli anni era riuscita a sfornare talenti del calibro di Matt Le Tissier e Peter Shilton, Gareth Bale etc.

La città distava quasi 300 miglia da casa, ma il trasferimento permise al giovane Shearer di imbattersi in un nuovo modo di intendere il calcio, determinante per il prosieguo della sua gloriosa carriera: era la mentalità che veniva trasmessa alle giovani leve.

A differenza del calcio di oggi, il dettame principale allora, era quello di tenerli con i piedi ben saldati a terra, obbligandoli per esempio a ripulire lo spogliatoio e a lucidare gli scarpini dei calciatori della prima squadra: prima si cresce come uomini e si impara a stare all’interno di un gruppo.

All’esordio dal primo minuto in Premier, si presentò con con una incredibile e prorompente tripletta ai danni dell'Arsenal (per gli amanti delle curiosità, aveva già debuttato ma per una manciata di minuti contro il Chelsea).

Shearer militò nelle fila del club per altre quattro stagioni, dimostrandosi un attaccante già maturo e sicuro dei propri mezzi, capace di segnare oltre una ventina di gol.

Nell’estate del 1992 arrivò anche la convocazione all’Europeo di Svezia da parte della nazionale inglese: la vetrina perfetta per un giovane in rampa di lancio, ed effettivamente in Scandinavia riuscì a collezionare una rete ma soprattutto prestazioni solide ed incoraggianti.

L’indiscusso potenziale lo fece entrare al momento giusto nel mirino di Jack Walker, un ambizioso imprenditore che aveva appena rilevato il Blackburn e pianificava di riportarlo, dalla seconda serie, fin sul tetto d’Inghilterra.

Un sogno sulla carta un tantino ambizioso, ma non per un magnate dell’acciaio un po’ megalomane che si presentò dal Southampton con le idee ben chiare, e munito della giusta pecunia per far capire che le intenzioni erano serie.

L'imprenditore Walker è la prima figura decisiva nella carriera di Shearercolui che, staccando un assegno di 3,6 milioni di sterline e mettendolo al centro di un progetto assai lungimirante, per primo crederà nelle sue potenzialità per grandi palcoscenici.

Questa non fu l’unica decisione inusuale e clamorosa che venne presa in quelle settimane. Shearer osò infatti rifiutare la corte di Sir Alex Ferguson che, proprio a quei tempi, stava allestendo la squadra che di lì a poco avrebbe dominato nel palcoscenico europeo. 

Sono i primi mattoni, le solide fondamenta di uno dei miracoli sportivi più entusiasmanti degli ultimi decenni, quello che possiamo considerare il progenitore dell’impresa targata Leicester di mister Ranieri.

Il processo di formazione richiese tempo e si potè realizzare solo con l’acquisto dell’ultima fondamentale pedina di questo scacchiere di coach Daglish; anche la compagine del Lancashire necessitava di una coppia ben assortita che potesse guidare un manipolo di semisconosciuti “underdogs” alla vittoria del titolo e così a Shearer fu affiancato il talento Sutton.

 Come da copione, il finale di una storia simile doveva per forza rispettare le attese. Così l’ultima giornata della Premier prevedeva che i ragazzi di coach Dalglish, a più uno sullo United, si scontrassero con il Liverpool, mentre i rivali dovessero passare attraverso le insidie del compianto Upton Park.

Il Blackburn visse il suo psicodramma in una rimonta subita (dopo il solito gol di Shearer) e concretizzatasi nel 2-1 al 90′ per i Reds, ma fortunatamente a Londra un’eroica battaglia degli Hammers fermò i Red Devils sull’1 a 1.

Ci siamo, come aveva previsto Walker: il titolo era tornato nel Lanchashire, e l’attaccante più forte del paese vinse il suo primo titolo di squadra; Alan Shearer ed il trionfo della “scelta sbagliata.

Dopo un'altra stagione nella fila dei Rovers, Shearer decise che il suo tempo al Blackburn era terminato e ci voleva una nuova sfida.

 L’estate del 1996 allora, quattro anni dopo quella del passaggio al Blackburn, fu altrettanto capace di destabilizzare le certezze del centravanti, che fu infatti oggetto di una corte serratissima da parte dei migliori club del continente, con il calciomercato dell’epoca che lo presentava come il pezzo più pregiato della collezione.

Tra i pretendenti c'era anche l’avvocato Agnelli che, vista la predilezione del giocatore per i colori bianconeri dei “suoi” Magpies, sperava potesse optare per quelli della Vecchia Signora, pronta a ricoprirlo d’oro e di gloria e lo racconterà il bomber nella sua autobiografia.

In quei giorni Shearer fu assalito da dubbi e tormenti, ma alla fine la scelta ricadde sul Newcastle, nonostante la mente gli dicesse Manchester o Liverpool ma il cuore lo portò a Newcastle dove continuò a segnare goal a grappoli. 

 

50 volte auguri Alan Shearer!