La sconfitta dell’Olimpico contro l’Atalanta per 2-1 ha mandato in vacanza la Roma al quinto posto della classifica sorpassati dalla Lazio (a parità di partite giocate, per entrambe una da recuperare): 39 i punti dei giallorossi, 40 quelli dei rivali storici. La parabola discendente inesorabile: un flop che ha visto la squadra di Di Francesco ottenere solo 5 punti nelle ultime 5 gare disputate di Serie A segnando la miseria di 3 gol, per non parlare della precoce eliminazione dalla Coppa Italia per mano del Torino, sconfitta casalinga per 2-1. Anche la difesa, che era stata punto di maggior forza, ha finito per cedere: 4 reti incassate nelle ultime tre di campionato dopo le tante imbattibilità di Alisson. Ultimo periodo orribile dunque: attacco sterile, mancato apporto da parte di quelle che dovevano essere le forze fresche, mancate contromisure da parte del tecnico.

Il mercato estivo di Monchi si è dimostrato assolutamente inadeguato per dare al suo allenatore quello di cui aveva bisogno: Hector Moreno ai margini, Karsdorp rotto, disastroso Gonalons nel sostituire De Rossi, ma il dato più clamoroso riguarda i tre attaccanti comprati (Under, Defrel e Schick) a suon di milioni senza nessuna rete all’attivo. La delusione più grande è stato il ceco ex Sampdoria: proprio lui si pensava potesse essere in grado di rianimare l’attacco romanista, invece, pur giocando sempre nelle ultime 5 (per 3 volte da titolare), ha solamente esasperato i suoi tifosi con un errore incredibile in casa della Juventus.

Di Francesco, a sua volta, non ha saputo distaccarsi dal suo categorico 4-3-3 pur avendo sotto gli occhi che qualcosa si era evidentemente inceppato: le astinenze di Dzeko, Perotti ed El Shaarawy, la palese difficoltà di Schick nel giocatore lungo l’out destro. L’ultimo gol di un esterno del 4-3-3 è stato di El Shaarawy nell’1-1 contro il Genoa a Marassi di fine novembre. Salah è stato sostituito con un giocatore dalle caratteristiche completamente diverse, visto che non si era riuscito ad arrivare ad altri obiettivi (come Mahrez), ma Di Francesco non ha mollato il suo modulo dogmatico per un 4-3-1-2 che poteva favorire la coesistenza tra Dzeko e il colpo estivo del mercato. Ma rimangono le colpe del ds, ridottosi all’ultimo a prendere un giocatore seppur di grande talento che mal si conciliava con quelle che erano le vere esigenze del suo tecnico.
Anche i giocatori non solo dal punto di vista tecnico, ma anche comportamentale, sono finiti sul banco degli imputati: iniziò Dzeko con l’attacco a Di Francesco nelle dichiarazioni post 0-0 di Champions con l’Atletico Madrid (“Con questo modulo sono più solo”); la follia di De Rossi a Genova (schiaffo a Lapadula, calcio di rigore, cartellino rosso, due giornate di squalifica), con l’aggravante di essere capitano, costò due punti in classifica; la stupidità di Nainggolan a Capodanno, in un momento difficile, la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Giusta l’esclusione del belga contro l’Atalanta, gara in cui anche Kolarov ha tradito il suo nervoso con i compagni. E intanto non aiuta il fatto che già si parli di cessioni: offerte irrinunciabili in arrivo per Alisson o Strootman sacrificabile visto che non sta rendendo come dovrebbe. Questa squadra dovrà disputare un ottavo di Champions League contro un avversario alla portata come lo Shakhtar Donetsk, ma queste non sembrano certo le condizioni per poter avvicinarsi con serenità e convinzione all’appuntamento.