L'arrivo di Martin Caceres ha dato il via al mercato invernale della Lazio versione 2018. Ma le operazioni in entrata sono destinate a esaurirsi con l'innesto dell'uruguaiano? Possibile, ma non auspicabile, sebbene la rosa a disposizione di Inzaghi sia - almeno sotto il profilo numerico - abbastanza corposa. Ecco tre nomi (uno per reparto) che potrebbero far comodo ai biancocelesti per centrare il traguardo della qualificazione ai prossimi gironi di Champions League, obiettivo concreto visto il campionato condotto finora.

DIFESA - Come detto, Caceres è sbarcato nella Capitale e si metterà sin da subito a disposizione. Se il turno di squalifica di Radu, da scontare contro il Chievo alla ripresa dopo la sosta, verrà rimpiazzato proprio con l'ex Verona, sarà un segnale emblematico del fatto che nella seconda metà di stagione la Lazio avrà un nuovo titolare nella sua difesa a tre, al fianco del rumeno e di De Vrij (a discapito di Wallace e Bastos). A proposito di De Vrij: inutile girarci intorno, convincerlo a rinnovare il contratto sarebbe il vero colpo di questa sessione. Ad ogni modo, un suo addio aprirebbe una voragine solo a partire da giugno e non adesso. A conti fatti, dunque, la difesa è a posto: De Vrij, Radu, Caceres, Bastos, Wallace, più Patric, Luiz Felipe e Mauricio. Solco netto, dal punto di vista qualitativo, tra i primi cinque e gli ultimi tre, ma sarà un problema da affrontare eventualmente più in avanti. Ciò che davvero manca a questa squadra è un vice-Strakosha all'altezza: Vargic non ha dimostrato un'adeguata affidabilità tecnica, l'inamovibile numero uno albanese avrebbe bisogno di un 'cambio' di esperienza che faccia dormire sonni tranquilli in caso di una sua indisponibilità. Non serve andare troppo lontano, la soluzione è già in casa e risponde al nome di Federico Marchetti. Messo fuori rosa forse con troppa leggerezza e superficialità (e le motivazioni, in questa sede, non ci interessano), reintegrarlo e stimolarlo a fare bene come molto spesso dimostrato in passato può solo essere un vantaggio. Specie perché il diretto interessato ha più volte manifestato l'intenzione di tornare a mettersi in gioco e ribadito l'affetto che lo lega a questi colori. L'alternativa che stuzzica? Bussare alla porta del Torino per Vanja Milinkovic-Savic. Per una reunion famigliare 'ad alta quota' che farebbe sicuramente felici entrambi.

CENTROCAMPO - Tanti i nomi che circolano nelle ultime settimane, nonostante sia proprio questo il reparto meglio assortito. Le catene laterali Basta-Marusic e Lulic-Lukaku funzionano a meraviglia, al centro la coppia Leiva-Parolo è inossidabile, all'occorrenza Luis Alberto e Milinkovic-Savic possono spostarsi dalla trequarti alla mediana a vantaggio di Nani e Felipe Anderson. Tuttavia, a parte 'l'amuleto' Murgia, sembra mancare una valida alternativa che sappia unificare abilità in fase di interdizione a piedi buoni per impostare, soprattutto se si dovesse (com'è prevedibile) proseguire sul binario del 3-4-2-1 / 3-5-1-1 che ha prodotto i migliori risultati in questa prima metà abbondante di stagione (ci sarebbe anche Di Gennaro che, però, per via dei tanti problemi fisici non è praticamente mai sceso in campo). Tra i tanti profili accostati alla Lazio, probabilmente il più idoneo è quello di Milan Badelj, vecchio pallino di Tare, da quattro anni nel nostro campionato e in scadenza a giugno con la Fiorentina. Il centrocampista croato classe 1989 non ha ancora dato una risposta al club gigliato circa il rinnovo del contratto e dietro questa titubanza si nasconderebbe proprio il pressing biancoceleste, pronto a fiutare un affare che, male che vada, potrebbe sfociare in una preziosa fumata bianca a costo zero in estate. In ogni caso, anticiparne l'arrivo a gennaio sarebbe utilissimo per affrontare in maniera ancor più serena le tre competizioni. Il sogno? Senza dubbio Davy Klaassen, 24enne talentuoso tassello in forza all'Everton che due giorni fa ha fatto sapere di voler lasciare i Toffees, visti i cattivi rapporti maturati con il tecnico Allardyce. Anche lui può agire indifferentemente da trequartista o qualche metro più indietro, l'ideale per il gioco di Inzaghi. Pressoché impossibile arrivare a lui nel giro di 20 giorni, molto più realistico 'prenotarlo' per la prossima sessione.

ATTACCO - La vena realizzativa di Immobile, splendidamente coadiuvato da Luis Alberto e Milinkovic-Savic, è paradossalmente un'arma a doppio taglio. Se da un lato infatti impressiona la prolificità sotto porta dell'attaccante partenopeo ma, più in generale, di tutta la squadra (ben 48 centri in 19 partite di campionato, solo Psg, Barcellona e Manchester City hanno fatto meglio a livello continentale), dall'altro appare evidente che il divario tra Ciruzzo e Caicedo, sua prima (e unica) riserva di ruolo, sia troppo elevato. Pur avendo fornito elevatissime garanzie anche dal punto di vista atletico, un altro rinforzo (non per forza di prospettiva) che abbia caratteristiche simili all'ex Torino servirebbe eccome. E, se vogliamo restare (come preferibile) entro i confini nazionali, un nome ampiamente fattibile per gennaio potrebbe essere Marco Borriello. Chiuso dai vari Antenucci, Paloschi e Floccari, il centravanti (anche lui) napoletano a Ferrara non ha trovato clima e condizioni giuste per rilanciarsi. Sfiduciato e quasi svogliato, con Semplici ha progressivamente perso minutaggio e posizioni nelle gerarchie offensive, con buona pace anche dei fantallenatori che puntavano sulla sua voglia di sfornare +3 nelle aste di agosto. La carriera di Borriello però ci insegna che spesso ha cambiato squadra (e con buoni risultati) anche dopo soli sei mesi dall'ultimo trasferimento. Peraltro tornerebbe in una città che conosce benissimo, visto che per ben tre volte la Roma lo ha prima accolto e poi mandato via in prestito, fino alla decisione di scaricarlo a titolo definitivo con direzione Genova lo scorso 2 febbraio 2015. A partita in corso, che sia in Serie A, in Coppa Italia o in Europa League, può essere un'arma da sfruttare in modo intelligente, anche al fianco dello stesso Immobile. Del resto, i due parlano la stessa lingua, dentro e fuori dal campo. E' un invito a Lotito e Tare: pensateci.