Robin Hood, eroe leggendario nonchè fuorilegge era solito comparire all'improvviso per derubare i ricchi e dare ai poveri. lesto e abile con l'arco è diventato poi narrazione e, infine, film.
Ma oggi non stiamo a raccontare di lui ma del suo (quasi) omonimo brasiliano.
Stiamo parlando di Robinho, il brasiliano del Milan che la sua Sherwood l'ha ritrovata proprio a Milano. Un avvio distagione difficile per via di un infortunio non ne ha però compromesso le grandi doti tecniche ma soprattutto fisiche che lo contraddistiguevano.
In un momento triste per lo stop di Cassano, è riuscito a riprendersi i rossoneri e, grazie a una super prestazione contro il Catania, a bissare il gol segnato contro il Palermo.
La somiglianza con il bandito sopracitato non è però del tutto inesistente. Come lui ha la classica movenza leggiadra, quasi volasse. Un passo felpato e una velocità devastante quando è il momento di far male. L'umiltà, quella forse solo in campo, di tornare fino alla propria trequarti per essere il primo a difendere. Un attaccante così, oggi, è oro colato.
Un'altra curiosa immagina che mi si staglia davanti è quella dell'arco e delle frecce. Il buon vecchio Robin Hood le utilizzava in battaglia, ma Robinho?
Robinho non usa l'arco, è semplicemente la freccia. Freccia in grado di essere scoccata in qualsiasi istante da Ibra e compagni, freccia in grado di penetrare qusi tutte le difese.
Se a tirare quella freccia ci fosse Robin, quello inglese, probabilmente i gol sarebbero molti di più ma pazienza; anche se non ruba ai ricchi per dare ai poveri, per ora basta questo.
Pietro Turchi