L'Inter ha perso in casa del Genoa per 1-0 sbagliando pure un rigore, ma questo poco importa ormai perché - citando D'Ambrosio - "dopo il pareggio col Torino i nerazzurri hanno mollato". Proviamo a seguire questa scia e proiettiamoci sulla prossima stagione e per farlo facciamo un gioco: mettiamoci nei panni della dirigenza nerazzurra e proviamo a scegliere il prossimo allenatore - considerato che Pioli a fine stagione saluterà la compagnia -. Partiamo dall'ipotesi che il tecnico prescelto sia Antonio Conte. Esatto, non Simeone, ma il tecnico salentino che tanto sta facendo bene al suo primo anno al Chelsea.

Conte sembra essere perplesso da questo gioco (Getty Images)

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Il primo step di questo gioco consiste nel convincere Conte ad abbandonare Londra dopo un anno, con il titolo - verosimilmente - in tasca e con la possibilità di fare la Champions. Può sembrare difficile, che cosa potrebbe spingere un tecnico vincente a scegliere la derelitta Inter piuttosto che il vittorioso Chelsea? Per prima cosa si può offrire a Conte la possibilità di poter lavorare con una persona a lui molto gradita come - ad esempio - Oriali: ma questo non basta, il salentino è orgoglioso e alla fine anche a Londra c'è il fido Alessio ad aiutarlo. Allora si potrebbe provare la seconda carta: si potrebbe proporre a Conte di poter lavorare a Milano insieme a tutto il suo staff, anche quei - pochi - fedelissimi che a Londra non sono andati perché il Chelsea già aveva figure di spicco e non poteva sostituire (ad esempio l'assistente di campo o, magari, dando un ruolo più importante al fido Coratti attualmente relegato ad essere il vice preparatore atletico). Questa mossa, potrebbe far iniziare a stuzzicare il salentino però rimane il problema di fondo: queste cose non migliorerebbero il suo status, non gli darebbero ulteriori motivazioni.

Chissà quante volte avranno parlato del futuro Oriali e Conte ai tempi dell'Italia (Getty Images)

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Ecco la parola chiave: motivazioni. Da bravi giocatori (non di calcio, almeno non chi scrive) sappiamo che la persona con cui abbiamo a che fare è ossessionata dalle motivazioni, ha spinto la Juve oltre ogni limite facendo forza su questo, ha portato la Nazionale ai rigori contro la favoritissima Germania facendo leva sul concetto di motivazione. Dunque facciamo la nostra prossima mossa, che può sembrare un azzardo, ma che se va a buon fine ci assicura di portare Antonio Conte a Milano. Il discorso che dovremmo fargli sarebbe più o meno questo: "Sappiamo come ti sei lasciato con la Juventus, sappiamo che ci sono state divergenze di opinione che ti hanno fatto anche stare male, noi ti proponiamo non solo quanto detto prima, ma anche la possibilità - grazie alla forza economica di Suning - di fare la squadra che vuoi per battere la Juventus e prenderti la tua rivincita. Ci stai?". Se siamo stati abbastanza convincenti con le parole Conte tentennerà un po', ma poi - sempre per quel discorso delle motivazioni - accetterà. È fatta, il primo passo è andato. Ora si passa alla fase successiva: come far liberare un tecnico vincente dal club che ha riportato in vetta alla Premier?

Il rapporto fra Agnelli e Conte è stato sempre burrascoso (Getty Images)

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Già perché possiamo aver convinto e solleticato le voglie di Conte, ma c'è pur sempre tale Roman Abramovich di mezzo e non crediamo sia così facile convincerlo a lasciare andare via l'ex tecnico della Juventus. Dopo varie riflessioni, ci rendiamo conto che la parte più vulnerabile del magnate russo è il portafoglio: in questi ultimi anni più di qualcuno ha mosso delle lamentale sull'assenza di Abramovich e sulla sua poca voglia di spendere soldi pesanti per il Chelsea e allora sfruttiamo questa - che potrebbe essere l'unica debolezza - per questa fase del gioco. Antonio - come è giusto che sia - alla fine della stagione inizia a fare delle richieste per il mercato, solo che sono un po' fuori dalla portata: niente Cristiano Ronaldo o Messi per non insospettire troppo il russo, ma facciamo sì che Antonio chieda 5/6 anche 7 giocatori potenzialmente titolari per i quali si debbano spendere molto più soldi di quelli immaginati da Abramovich. Ovviamente, per non indispettirlo troppo, all'inizio le parti proveranno a venirsi incontro - come chiesto da noi a Conte -, ma a un certo punto l'ex CT azzurro diventerà irremovibile, proprio come accadde a Torino e intimerà l'aut aut: "O arrivano questi o io me ne vado". Se tutto va bene e segue il nostro piano di gioco, il magnate russo si stuferà del modo di fare di Conte mettendolo alla porta per "incompatibilità lavorativa" e a quel punto per noi dirigenti dell'Inter non manca che un ultimo tassello: convincere tutte le parti interne al club nerazzurro a farsi andare bene Conte.

Conte è ora visibilmente soddisfatto di come stiamo conducendo questo gioco (Getty Images)

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Questa, sebbene possa sembrare la parte più difficile, risulterà essere la più semplice: Suning ha comprato i diritti TV della Premier in Cina a partire dal 2019/20 (dimostrazione di quanto sia popolare quel campionato in estremo oriente) e Conte, avendola vinta, è molto conosciuto dal vasto pubblico asiatico tanto che Zhang Jindong ha dato il placet a qualsiasi cifra purché arrivi e - considerata la tournée asiatica dell'estate prossima - questo potrebbe essere un volano mica male per l'Inter. Con il beneplacito del proprietario, dunque, anche chi vorrebbe Simeone, il nostro rivale in questo gioco, non avrebbe più contromosse disponibili: abbiamo vinto. Siamo usciti vincitori in questo gioco e siamo riusciti a portare Antonio Conte all'Inter. Chissà che la realtà non possa seguire le stesse orme di questa finzione di fine campionato.