Franco Brienza, e la sua vita nella "end zone".
Nel football americano, per end zone, si intende la zona del campo di football dove il giocatore deve portare la palla per segnare il touchdown (o meta, per i meno poliglotti); a dir la verità nel football chi tiene la palla nella end zone, segna anche il punto (meta, touchdown o come altro vogliate chiamarlo), mentre spesso nel calcio chi tiene la palla in area, non sempre concretizza, ed, anzi, spesso si trova a dover fare il passaggio vincente o ad orchestrare l'azione per poi vedere la gioia dei festeggiamenti sui volti degli altri compagni.
Questo è il ruolo del fantasista, del trequartista che dir si voglia, in pratica questo è il ruolo di Franco Brienza, non certo un'attaccante su cui puntare i propri risparmi nella aste con i propri amici (data la non eccelsa dote realizzativa), dato che molto spesso si sacrifica anche come esterno di centrocampo, ma sicuramente un giocatore utile alla squadra, che, anche senza palla, sa orchestrare i propri compagni in modo perfetto.
Sicuramente non è uno dei migliori giocatori nel ruolo sovracitato, ma ci tenevo a descrivere ciò che il ragazzo di Cantù (19 marzo 1979 la sua data di nascita, proprio nel comune lombardo) fa per il suo Siena.
Oddio, non solo nel Siena, perchè oltre che nella squadra toscana, Brienza ha giocato in molti altri club: esordio in B con il Foggia (60 presenze ed 8 reti tra B e C), passaggio al Palermo, squadra dove ha militato maggiormente, giocando complessivamente 200 partite dal 2000 al 2008 (con due brevi deviazioni, Ascoli e Perugia) e siglando 24 reti, ed exploit definitivo alla Reggina (84 presenze e 27 reti nelle 2 stagioni e mezzo a Reggio Calabria) prima di arrivare nel settembre 2010 a Siena. Lo scorso anno in B le sue 7 reti hanno sicuramente aiutato i toscani a tornare in A, e quest'anno, nonostante non abbia ancora timbrato il cartellino, con le sue 16 presenze (unica assenza giustificata da una squalifica) dimostra una media di 6.16 secondo la Redazione di Napoli (6.03 secondo Milano e Roma): per un giocatore di una squadra di medio bassa classifica, media di tutto rispetto, per un centrocampista, ma la decisione di schierarlo tra gli attaccanti ha penalizzato sicuramente chi ha voluto comunque puntare su di lui nelle proprie leghe.
E.C.