La stagione della Juventus si sta trasformando sempre più in un quadro astratto, uno di quelli che più li guardi più diventano difficili da comprendere. Non un'opera d'arte, ma un abbozzo, un timido tentativo dove tutto è confuso con molte pennellate sporche, un quadro in cui tuttavia si intravedono dei piccoli tocchi di qualità, non veri e propri colpi di genio, ma qualcosa che lascia intravedere la possibilità di un futuro roseo per l'autore.

Dopo le due sconfitte consecutive contro Empoli e Sassuolo la dirigenza bianconera, in accordo con il tecnico Massimiliano Allegri, ha imposto il ritiro forzato a tutta la squadra ottenendo una risposta a dir poco sorprendente. Come una macchia di Rorschach la Juventus scesa in campo in Champions League contro lo Zenit è apparsa totalmente differente rispetto a quella vista solamente poche ore prima contro il Sassuolo. Contro i campioni di Russia Dybala e soci hanno dato vita ad una prestazione di grande livello dimostrando una grande voglia di rivalsa andando a pressare molto alto gli avversari per poi ripartire in maniera decisamente efficace verso la porta difesa da Kritsyuk. Il risultato finale di 4-2 è quasi menzognero, i bianconeri avrebbero meritato un divario più ampio e forse così sarebbe stato senza la sfortunata autorete di Bonucci nel primo tempo.

Reduci da una prestazione così gagliarda la Juventus si è ripresentata in campionato per l'anticipo della dodicesima giornata contro la Fiorentina. Uno scontro sempre molto sentito soprattutto da parte della tifoseria viola che non nasconde mai un certo astio verso i bianconeri e tutti i giocatori che passano la seconda alla prima capitale d'Italia. 

Invece nel terzo anticipo della dodicesima giornata si è tornata a vedere quelle squadra attenta a difendersi solo all'interno della propria metà campo, senza alcuna azione corale per andare a pressare i primi costruttori di gioco avversari, ma limitandosi ad imbrigliare Vlahovic con uno straordinario de Ligt ed un Rugani, schierato dal 1' per l'infortunio di Chiellini, per una volta più bravo a difendere che a costruire. Che la Juventus di martedì fosse già un lontano ricordo si è intuito fin dai primissimi minuti di gioco, con la Fiorentina che ha mantenuto il controllo del pallone per circa tre minuti senza alcun problema dopo aver dato il via alla partita. Verso la metà della prima frazione i bianconeri hanno avuto un sussulto d'orgoglio iniziando ad aumentare il ritmo ed accorciando la distanza tra difesa e centrocampo, dando vita ad una vera e propria battaglia dai ritmi serrati nelle fascia mediana del campo, senza però che i due portieri venissero eccessivamente sollecitati. 

Nella ripresa Dybala e soci scendono in campo con un po' più di convinzione e sfiorano il gol in un paio di occasioni, ma la vera svolta arriva per un errore di Milenkovic che, già ammonito, atterra Chiesa a 70 metri dalla porta vedendosi sventolare sotto il naso il secondo giallo e, di conseguenza, il rosso lasciando dunque i viola in inferiorità numerica per l'ultima parte di gara. Da quel momento la decisione con cui la Juventus ha giocato per portare a casa i tre punti è aumentata a dismisura, con gli ospiti costretti a stringersi tutti nei pressi della propria area di rigore e lasciando il solo Vlahovic in avanti per cercare di guadagnare qualche calcio di punizione per allentare la pressione. L'ordine della difesa di Italiano ha retto fino all'ingresso di Cuadrado: sfruttando la sua velocità e la contemporanea stanchezza degli avversari il colombiano è riuscito a scardinare la resistenza dei toscani trovando la rete decisiva nel primo minuto di recupero. 

Nel corso delle ultime due settimane si sono viste molte, troppe Juventus diverse, non tanto per gli uomini ma piuttosto per l'atteggiamento messo in campo. Una squadra che ancora non conosce sé stessa, con un andamento ai limiti dello schizofrenico già all'interno dei singoli novanta minuti di gioco ed ancora più incomprensibile se si cerca di inquadrarne la realtà mettendo a confronto più partite. Nonostante le due ultime vittorie la guarigione definitiva sembra dunque essere ancora ben lontana e molto potrebbe passare anche dal prossimo mercato di gennaio se le voci che vedono in partenza elementi come Ramsey e Rabiot dovessero trovare conferma nella realtà. Una Juventus dai mille volti, in attesa di riuscire a trovare quello definitivo su cui poter costruire sia il futuro prossimo che quello più lontano.