Pietro Turchi
Che il nome Lucas Moura tirasse come una maglietta giallo "fluo" ce ne eravamo tutti accorti, ma che il Psg fosse disposto a sborsare addirittura 40 milioni nessuno se lo sarebbe aspettato.
E' vero che si sta parlando di uno dei più grandi talenti del Brasile, ma è anche sotto gli occhi di tutti il fatto che, ad oggi, non ha ancora dimostrato costanza e peso nelle competizioni che contano.
Non è da trascurare la possibilità di un flop europeo. Non è scontato che quanto fatto vedere dal ragazzo in Brasile possa essere replicato nel continente europeo. E' noto a tutti come molti brasiliani si siano persi per strada ed è ancor più noto come i due continenti si differenzino profondamente come stili di gioco e di vita.
Forse queste le legittime perplessità sorte nella testa di Massimo Moratti che, pensieroso, ha ritiratoo il portafoglio dietro la valanga di soldi offerta dagli sceicchi "francesi". Per la verità era già indeciso. Il San Paolo voleva più di 30 milioni, l'Inter ne offriva 25, il Manchester United su di lì. Troppi per l'Inter che sta facendo i conti con il Fair Play Finanziario e con una politica volta al risparmio.
Ma allora qual'è la soluzione?
La soluzione, prima ancora che sfumasse Lucas, c'è sempre stata. Si chiama Philippe Coutinho, classe '92, talento cristallino ed in fase di adattamento al nostro calcio. L'esperienza all'Espanyol lo ha cambiato e l'Inter si ritrova ora in casa un giocatore cresciuto e in grado di dare il giusto apporto alla squadra. Più di Alvarez, discontinuo e accantonato, più di Lucas, tanto costoso quanto rischioso. Il modesto preliminare ha messo in luce un Coutinho carico e sereno, capace di inserirsi ottimamente negli schemi di Strama e capace di farsi amare dai compagni.
Lucas avrebbe dilaniato le casse nerazzurre e precluso a Coutinho la possibilità di giocarsi le sue carte. Detto ciò, mi tengo Cou e i soldi.