Rocco Commisso è ufficialmente il nuovo patron della Fiorentina. Ma è impossibile archiviare con un colpo di spugna, quasi come fosse un dettaglio, quanto fatto dalla famiglia Della Valle in Toscana. Diciassette anni di passione, con qualche ombra ma anche tante, tantissime luci. Ripercorriamo insieme le 5 tappe più luminose dell'ex presidenza gigliata. Un autentico pezzo di storia non solo del club, ma dell'intero calcio italiano.

1) L'ACQUISTO DELLA SOCIETA'

"Non posso accettare che Firenze subisca un simile affronto e di restare senza calcio". E' il 3 agosto del 2002 e Diego Della Valle diventa il nuovo proprietario della Fiorentina. Quello che fino ad allora veniva chiamato semplicemente il "re delle scarpe" compie un atto di coraggio, prima che d'amore, rilevando un club fallito che ormai portava il nome di "Florentia Viola" e che di lì a poco avrebbe disputato il campionato di C2. "Abbiamo trovato un proprietario da sette sorelle. Uno che può consentirci di tornare in fretta nel grande calcio", disse in quei frangenti Eugenio Giani, all'epoca assessore allo Sport del Comune di Firenze. A conti fatti, l'aspettativa è stata ampiamente ripagata.

Diego e Andrea Della Valle al Franchi

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2) LA PROMOZIONE IN C1 (E POI IN B)

E' il 27 aprile 2003: la Florentia Viola (che meno di un mese più tardi sarebbe tornata a essere "Fiorentina") batte 3-0 il Savona e - ironia della sorte - nel giorno del 51esimo compleanno dell'ex presidente Cecchi Gori conquista sul campo la promozione in C1. Grande protagonista il bomber Christian Riganò, autore di 30 reti in 32 partite. Il duello col Rimini per il salto diretto di categoria è appassionante, alla fine i viola prendono il largo e chiudono con un emblematico +11 in classifica. Ma quella non fu l'unica gioia sportiva della stagione: poche settimane dopo, per via del celeberrimo caso Catania e del fallimento del Cosenza, e grazie a meriti sportivi e bacino d'utenza, i viola si ritrovarono direttamente catapultati in B. A un passo dal ritorno nel calcio che conta.

Riganò fa impazzire i suoi tifosi

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3) LA PROMOZIONE IN A

Cejas; Maggio, Delli Carri, Viali, Savini, Ariatti; Scaglia (6' st Manfredini), Piangerelli (44' st Di Livio), Fontana; Camorani (16' st Graffiedi), Fantini. A disposizione: Roccati, Bacis, Lucarelli,Carrus. All.: Mondonico.
20 giugno 2004: l'incubo è definitivamente spazzato via. L'undici di cui sopra pareggia 1-1 in casa (gol di testa di Fantini su cross di un giovanissimo Maggio) il ritorno dello spareggio col Perugia e, dopo l'1-0 ottenuto al Curi all'andata, fa tornare la Viola nel posto che le spetta. Nonostante la pesantissima assenza di Riganò, a causa di un infortunio ai flessori della coscia destra rimediato nella precedente sfida col Torino. Ma anche quell'anno il centravanti di Lipari si rivelò implacabile, sebbene la B fosse per forza di cose ben più complessa della C2: 23 centri in 44 apparizioni, semplicemente fenomenale.

4) GLI ACQUISTI MIGLIORI

Riganò, Chiellini, Mutu, Rossi, Gomez, Jovetic, Toni, Gilardino, Frey, Cuadrado, Gonzalo Rodriguez, Alonso, Jorgensen, Borja Valero, Bernardeschi, Pazzini, Joaquin, Ljajic, Savic, Ujfalusi, Pizarro, Aquilani, Salah.
Il meglio del meglio del calciomercato, un elenco debitamente pubblicato sul sito ufficiale del club nel saluto dei Della Valle alla piazza. Il più costoso di tutti? Juan Cuadrado: tra il 23 luglio 2012 (prestito oneroso con diritto di riscato della metà del cartellino) e il 19 giugno 2014 (compartecipazione risolta in proprio favore), per un totale di 21 milioni di euro nelle casse dell'Udinese. Dal 2002 al 2019, in 17 anni, gli ex proprietari hanno investito 710 milioni di euro per l'acquisto di giocatori, incassandone 498 dalle cessioni, per un saldo negativo pari a -211. Ma quante emozioni su quel rettangolo verde...

5) I RISULTATI SPORTIVI

Quattro qualificazioni in Champions League, quattro qualificazioni in Europa League, due semifinali di Europa League, due semifinali di Coppa Italia, una finale di Coppa Italia. Tantissimi ottimi piazzamenti e un solo rammarico: quello di non essere riusciti a conquistare un trofeo. Se lo sarebbero meritato loro, se lo sarebbero meritato i tifosi per quanto hanno dovuto sopportare all'inizio dell'avventura con la nuova-vecchia dirigenza. Il momento più alto? Zero dubbi: 9 dicembre 2009, Liverpool-Fiorentina 1-2 (43' Benayoun, 63' Jorgensen, 90' Gilardino). Prima e unica italiana di sempre a vincere ad Anfield in Champions League (le altre, Genoa, Roma e Udinese, ci riuscirono in Coppa Uefa/Europa League).