Insigne escluso, la standing ovation non è nella tradizione di questo Napoli. Pare che si debba saperli scegliere, i momenti. Andare fino in fondo in quel senso non paga. Andare via in silenzio, come è stato per altri, ancora meno. 

Qualcuno i saluti dovuti è venuto a prenderseli dopo, vedere Hamsik, con un senno di poi che non può essere la stessa cosa di quando serenamente ci si accorge che è finita per salutarsi e “con dolcezza, sapersi perdonare”.

Chiacchiere. Ormai, soltanto quelle. Stanche e in silenzio, davanti a un calcio che funziona come un risico prevedibile e in costante riciclo di se stesso, con un andirivieni di calciatori che, paradosso sottile, sembra che siano sempre gli stessi. 

Dries Mertens è in scadenza. Anzi, è scaduto. Le voci di mercato dicono tutto e il contrario di tutto, mettendola sempre allo stesso modo: il contratto, le sue condizioni, il bilancio e il botta e riposta di richieste accolte e respinte allo stesso tempo. Un’altra chiacchiera stantia che monta la sua finzione intorno alle ragioni reali. Quali siano? Solo al vaglia delle ipotesi. Ci si limiti a quelle. Alcune fondate, altre, chissà, più fantasiose.

In ordine sparso. Mertens al Napoli serve ancora? Domandarselo su un calciatore che è il più grande realizzatore della storia del club, beh, fa un po’ impressione. Soprattutto rispetto ai numeri della stagione, quella appena trascorsa, che lo ha visto in discussione da una gestione tecnica non sempre convinta del suo utilizzo. Eppure, tra goal e assist, il belga, rispetto ai minuti giocati in campionato, ha assicurato al Napoli la media di un goal ogni cento minuti.

Senza contare le altre reti scaturite da giocate incisive e determinanti in un’annata in cui più volte si è trovato a trascinare la squadra in momenti di grande difficoltà, soprattutto di organico. Tutto fino a una mancata possibilità di vederlo giocare spesso in coppia con Osimhen. Un tandem visto titolare sin dall’inizio solo nelle ultime di campionato, in quell’ormai è troppo tardi pieno di polemiche e delusioni.

Quindi, Mertens serve ancora a questo Napoli? Solo le idee chiare all’allenatore e alla dirigenza tecnica possono saperlo. Almeno, si spera. E se questo calciatore potrà ancora servire, quanto potrebbe essere ancora gradito alla proprietà? Perché riemergono le polemiche sull’ammutinamento, sul fatto che oltre al giocatore c’è anche la figura di un capopopolo che a Napoli si è guadagnato la simpatia e l’affetto di molti a dispetto di. La sua empatia ha spesso fatto da contraltare a quella meno solida del patron azzurro. E allora c’è da capire se anche un addio di Mertens rientrerebbe in una strategia di rinnovo di un ambiente che in qualche modo ha bisogno di chiudere con un passato recente, ma dai toni antichi.

È giusto da considerarlo come un investimento non più indispensabile a causa di ragioni anagrafiche? Anche dal commentario giornalistico arriva qualche voce che in maniera un po’ azzardata tenta di relegarlo a qualcosa di sorpassato. Tesi convincente, quella dell’età? 

Tutto questo genera soltanto la solita divisione tra chi schiera con parti venute fuori da un gioco delle parti che oggi è così e domani potrebbe cambiare. Restano poche cose. Alcune domande, quelle che nella sostanza contano di più, e la lucidità di non cadere in un tranello che al momento può essere soltanto tale. Mai come in questo frangente, in cui è in corso un valzer di uscite nella rosa partenopea, in un potenziale grande restyling, bisogna aspettare un po’ di tempo prima di capire chi vuole ancora davvero bene al Napoli. E non se si va via, ma per quello che si lascia. 

L’unica certezza è che questo Napoli deve, a torto o a ragione nessuno può dirlo, liberarsi di quell’identità che l’ha reso per anni una squadra dalle potenzialità mai del tutto espresse fino in fondo, spesso col rimpianto di non averle tentate tutte. O, chissà, col rimorso di averle sbagliate. Restano i Maggio non fatti entrare nemmeno un per un minuto nell’ultima partita, gli Hamsik e gli Albiol andati via quasi di nascosto, i Callejon malinconicamente a bordocampo durante la festa per la conquista della Coppa Italia e i Mertens “scaduti”. Evidentemente, da certe parti i lunghi passaggi si salutano per consumazione. 

A proposito di restyling, siamo così sicuri che a Napoli una possibilità del genere passi solo dal cambiare l’organico?