Lo so, lo so: è inutile che fate quella faccia. Noi al Mondiale non ci saremo e fa malissimo. Se per questo farà ancora più man mano che ci avvicineremo, sappiatelo. Ma resta comunque il Mondiale, anche senza l'Italia; resta comunque l'evento sportivo planetario per eccellenza insieme ai Giochi Olimpici; resta la curiosità di guardare come andrà a finire e chi alzerà il trofeo il 15 luglio nella notte di Mosca.
A tal proposito: come stanno le big, o presunte tali? È possibile stilare oggi una griglia di partenza? Certamente ma tenendo conto di due fattori: le amichevoli di marzo, nel bene e nel male, vanno prese con le molle; siamo ancora lontani, in molti casi, ad avere un quadro dei convocati.
Ma nulla ci impedisce di divertirci a mettere in fila chi, beate loro, si giocherà l'alloro iridato.

Dal 1954 su 16 edizioni la Germania - prima Ovest, poi unita - ha vinto 4 volte, giocato 4 finali e 4 semifinali, finendo sempre e comunque tra le prime 8. Di default, quindi, va messa tra le favorite e a maggior ragione contando gli uomini che Joachim Löw ha a disposizione. Quantità e qualità in abbondanza in ogni reparto, grande duttilità che permette al ct di variare assetto tattico a gara in corso come nessuno, esperienza ai massimi livelli. Insomma anche in Russia i tedeschi si presentano come serissimi candidati almeno ad un posto in semifinale: chiunque voglia vincere il titolo dovrà passare sui loro corpi.

Alle spalle della Germania vedo molto bene il Brasile. Reduce dal Mineirazo, dal 7-1 preso dalla Germania nella semifinale del 2014, i verdeoro hanno attraversato un periodo di ricostruzione mentale prima ancora che tecnica. Ricostruzione che sembra aver dato ai brasiliani una Nazionale degna di questo nome, capace di dominare il girone di qualificazione sudamericano e di ritrovare un filo conduttore sul modo di giocare. Il ct Tite potrà contare su giocatori al top del loro percorso - Coutinho, Firmino, Casemiro, Alisson tanto per citarne alcuni - e soprattutto può permettersi di aspettare senza troppa ansia notizie da Neymar, che quattro anni fa era lo ying e lo yang del Brasile e che oggi è semplicemente un eccellente valore aggiunto ad una squadra che senza di lui non si sente persa.

Sul mio personale podio vedo la Francia di Deschamps, che dietro ha giocatori a cui non affiderei le chiavi di casa (ogni riferimento a Koscielny e Lloris è puramente voluto) ma che dalla metà campo in su è strepitosa con un'abbondanza di uomini da fare invidia a molti - sì, soprattutto a noi. La difficoltà principale del ct sarà quella di trovare un giusto equilibrio in tempi rapidi.

Nella mia personale griglia ci metto poi la Spagna, che dopo un quadriennio molto sotto tono ha ritrovato verve e vigore; l'Argentina, consegnatasi a Messi ed è un bel consegnarsi ma che ha manifestato più di qualche difficoltà a trovare un filo d'Arianna da seguire con costanza; il Belgio, che ha gran bei giocatori ed un allenatore vero, Martinez, invece di una sedia di vimini come Wilmots; l'Inghilterra, che ha una squadra di giovani talentuosi e ben amalgamati ma che andrà poi rivista quando conterà; il Portogallo, che ha quel tizio con la numero 7 e mostrato all'Europeo di essere un osso duro per tutti; la Colombia, che è più navigata rispetto a 4 anni fa ma che dipende forse troppo dalle lune dei suoi leader tecnici; infine la Croazia, che per talento potrebbe stare anche più su ma è totalmente inaffidabile e per questo oltre la decima posizione fatico a metterla.

Quindi, ricapitolando, ad oggi - e sottolineo ad oggi - la mia top 10 per il Mondiale è:
Brasile
Germania
Francia
Spagna
Argentina
Belgio
Inghilterra
Portogallo
Colombia
Croazia.

Ci raggiorniamo tra due mesi.