Nel terzo anticipo della settima giornata la Juventus di Allegri ha vinto, non senza soffrire, il 153esimo derby di Torino grazie alla rete di Manuel Locatelli nei minuti finali del match. Un risultato importante per la formazione bianconera, un risultato che certifica il percorso di guarigione intrapreso da Chiesa e compagni.

La vittoria nel derby significa il quarto risultato utile in campionato, di cui le ultime tre partite terminate con una vittoria per la squadra piemontese; allargando il raggio dell'analisi alla Champions League i risultati utili della Juventus sono sei di cui cinque vittorie e tre ottenute mantenendo la porta imbattuta. Una Vecchia Signora che sembra in netta ripresa dunque dopo l'avvio di campionato condizionato da diversi risultati negativi e condito da prestazioni, sia di squadra che dei singoli, decisamente al di sotto delle aspettative.

Come pronosticabile la vittoria in rimonta contro lo Spezia nella quinta giornata ha fatto scattare qualcosa nella testa dei giocatori bianconeri. Nell'uscita di ieri hanno confermato la sensazione di diventare sempre più squadra e sempre meno un insieme casuale di giocatori mandati in campo con la stessa maglia. Certamente ci sono da registrare ancora prestazioni non all'altezza della Juventus, soprattutto nel reparto centrale, ma nel complesso si è vista una volontà di vincere che nelle prime giornate di campionato sembrava essere totalmente assente. 

A prendersi la ribalta sono stati in particolar modo quei giovani che, secondo alcuni, fino a qualche settimana fa non venivano impiegati abbastanza da mister Allegri. Come spiegato in interviste piuttosto recenti di de Ligt e Chiesa il tecnico stava inculcando loro la mentalità che richiedeva, un'attenzione forsennata per tutti e novanta i minuti di gioco, senza badare alla bellezza delle azioni stesse, ma concentrandosi sul risultato finale che, in casa Juventus, sappiamo essere l'unica cosa che conta. Questo lavoro mentale ora sta iniziando a dare i suoi frutti a partire da un de Ligt che appare tornato su livelli straordinari e per finire con un Chiesa che sta diventando sempre più centrale nel progetto juventino, soprattutto in un momento come questo dove le contemporanee assenze di Dybala e Morata lasciano la squadra priva di gran parte del suo potenziale offensivo.

Menzione a parte merita invece il match-winner di ieri, Manuel Locatelli. Il centrocampista ex-Sassuolo è stato al centro di una lunghissima trattativa nella passata sessione di calciomercato, un tira e molla che ha indispettito buona parte della tifoseria juventina che non capiva la scelta della dirigenza di concentrarsi ed insistere così tanto su di un solo giocatore, ritenendolo per altro un elemento non all'altezza della Juventus stessa. Ora, con il senno di poi, molti di questi tifosi sono stati costretti a ricredersi: l'impatto di Locatelli con la maglia bianconera è stato, per il momento, decisamente positivo e le sue qualità si sono messe ampiamente in mostra in mezzo a compagni di reparto non certamente irreprensibili dal punto di vista tecnico. In aggiunta a questo c'è da sottolineare il tifo di Locatelli stesso, juventino fin dalla culla, e che lo spinge a dare sempre quel qualcosa in più rispetto agli altri, atteggiamento che, in mediana, non si vedeva dai tempi di Marchisio. Infine, ma non meno importante, è stato l'aspetto economico della trattativa: con il Sassuolo si è arrivati ad una definizione che non pesa immediatamente sulle asfittiche casse bianconere e che permetterà di pianificare e programmare meglio i prossimi flussi economici.

Tra gli altri "giovani" a disposizione di mister Allegri sono da sottolineare i buoni ingressi di Kulusevski e Kaio Jorge. Il brasiliano era alla sua prima apparizione ufficiale con la maglia della Juventus ed è entrato in campo in un momento delicato della partita, con il preciso compito di cercare di far respirare la squadra e tenendo il pallone il più lontano possibile dalla propria area di rigore. Il suo obiettivo è stato raggiunto in pieno, conquistandosi anche un calcio di punizione che ha permesso ai suoi di "perdere" diversi secondi preziosi per avvicinarsi al triplice fischio finale. Lo svedese invece ha dimostrato un piglio decisamente meno indolente rispetto alle uscite precedenti, mettendosi a disposizione della squadra e cogliendo anche un palo. Anche per lui è evidente il lavoro dal punto di vista mentale che mister Allegri sta portando avanti. Se il tecnico dovesse riuscire a convincere l'ex Parma a mettere i piedi in campo sempre con grinta e determinazione, oltre alle sue evidenti qualità, la Juventus ritroverebbe un'importante freccia al suo arco.

Due parole vanno infine spese per gli altri meno giovani, a partire dal monumentale Chiellini, finendo con quel Bernardeschi bistrattato per le sue prestazioni non all'altezza e che ora sta ritrovando la fiducia e la condizione mentale necessaria per essere un fattore anche alla Juventus. Dopo l'assist con il Chelsea nella partita di ieri ha sfiorato un altro assist, peccando però in precisione nel tentativo di servire un passaggio filtrante dalla linea di metà campo verso l'area di rigore granata.

Dopo un avvio decisamente deludente la squadra bianconera sta tornando a far vedere sprazzi di vera Juventus, determinata, brutta quando serve, ma soprattutto che sa portare a casa il risultato anche soffrendo.