Se gli ultimi tre scudetti vinti sono coincisi con un Milan corsaro nella Torino juventina, per i rossoneri è notte fonda. “Non c’è da preoccuparsi”, ha detto mister Allegri ai microfoni di Sky, nel post partita. Non può essere la verità, semmai è una verità. La certezza è che in questa situazione c’è davvero poco di buono. E il fatto che l’Inter, per molti ancora l’ostacolo più credibile alla riconferma, sia ancora più sotto, aumenta l’amarezza milanista, non la lenisce.
Perché, se duello Milan-Inter sarà di nuovo (e magari Allegri la pensa così), alle spalle ci sono divorzio consumato con Gasperini, gli scossoni della nuova gestione, qualche infortunio, qualche malumore in casa Inter, ma il Milan non ha fatto il vuoto che poteva esser fatto. Ergo, se duello milanese sarà nel destino, un campionato che poteva essere ammazzato, deve ancora iniziare. E la crisi nerazzurra potrebbe essere alle spalle.
Se c’è invece la lotta con la Juve o con il Napoli nel futuro di chi vorrà vincere lo scudetto 2011/12, beh, gli scenari sono abbastanza chiari. Sei o sette punti sono già tanti, specie su una squadra che non avrà la Champions. Probabilmente Milan e Inter sono davvero le più attrezzate della serie A, in un campionato che si promette sempre anomalo, ma alla fine vien fuori sempre un po’ banalotto. Ma se, quando le milanesi chiuderanno la loro avventura in Champions, la Juve in particolar modo avrà messo altro fieno in cascina (leggi 9-10 punti), diventerà durissima, qualità tecniche o non qualità tecniche. Insomma, margini d’errore non ce ne sono più molti. Non ci sarà da preoccuparsi, ma al preoccuparsi rischia di mancare davvero poco, in caso di altri passi falsi.
Tempo verrà per le considerazioni, per esempio quella che passano gli anni, passano i mercati, ma i grandi trionfi rossoneri continuano ancora a coincidere con le stagioni giocate per intero o quasi da Nesta (va bene Pato, va bene Robinho, va bene Abate, ma sicuri che se non fosse uscito Nesta ieri, non staremmo parlando di un Milan brutto che conquista un punto a Torino?) e che neanche questo mercato ha cambiato questa situazione, e alcune altre. Tempo verrà: adesso bisogna pensare a rimettersi in marcia, per dar ragione ad Allegri, ed evitare di preoccuparsi.
C’è da mettersi a correre. E, torniamo a dire come l’anno scorso, il Milan ha già perso due partite in campionato. Ci sono tornei, vedasi la prima parte dello scorso decennio, che si vincevano perdendo al massimo due partite, ma in tutto l’anno. Il 17esimo scudetto del Milan arrivò, appunto, con due sconfitte, una delle quali inifluente, a Reggio Calabria alla penultima giornata, a scudetto vinto. Quelli erano campionati “normali”. Questo, se possibile, è ancora più atipico di quello appena passato. Il Milan perse molte partite, lo scorso anno, rispetto ai canoni di chi poi vince lo scudetto. Facendo peggio, si rischia di giocare col fuoco, e di farsi tirare un brutto scherzo, dall’atipicità di questi anni.
Molto dipenderà dal capire, in effetti, chi sia la vera rivale. Ma in ogni caso, se non c’è da preoccuparsi, non c’è neanche da star troppo tranquilli. Juve, o Napoli, o Inter che sia, per motivi diversi, o diversi rimpianti, come detto. Se è Milan-Juve, o Milan-Napoli, se non c'è da preoccuparsi c'è da rabbuiarsi. Se è Milan-Inter, non c'è da preoccuparsi, un punto su, ma da innervosirsi, perchè è solo un punto. Comunque vada, benone non va.
In sostanza, dai primi 90 minuti (il Milan pareggiò con la Lazio, l’Inter perse a Palermo) in poi, le milanesi si son mosse a braccetto, facendo gli stessi, pochi, punti, in cinque partite. E, con il passo del gambero, e c’è la possibilità che si vada così fino alla fine. Nel frattempo, però, davanti c’è chi scappa.
“Non c’è da preoccuparsi”, dice Allegri. E’ una verità a tempo.
Ezio Azzollini