L’ultimo Napoli-Lecce è stato piuttosto amaro per i partenopei, che prima di quella domenica sembravano essersi rilanciati per la lotta per un posto in Champions, ma quella sconfitta aveva rappresentato un passo falso significativo negli equilibri della classifica. Erano i primi di febbraio del 2020. Poco più di un mese dopo, l’inizio della pandemia in Italia. Alla ripresa delle gare, dopo la conquista della Coppa Italia, il Napoli avrebbe poi dato vita alla progressiva rielaborazione dell’organico. Quel precedente si somma ad altri sgambetti che in passato i pugliesi hanno riservato ai partenopei, anche a Napoli.
Entrambe le squadre arrivano a questa sfida reduci da un pareggio. Quello di Firenze per il Napoli ha diversi significati. Una maggiore difficoltà di manovra e una minore disinvoltura con un avversario più solido e organizzato rispetto a quelli affrontati in precedenza, una buona capacità di soffrire con un evidente miglioramento della fase difensiva (la tenuta dei centrali soprattutto) e un punto che avrà la sua utilità solo se il Napoli saprà incastralo in una classifica dove saprà vincere le gare da vincere. Tutto sommato, un pari che non ha tolto entusiasmo ai partenopei, né ha danneggiato una classifica ancora troppo corta e iniziale per essere letta con attenzione. Il Lecce, invece, arriverà a Fuorigrotta dopo il pareggio interno con l’Empoli. Il gran gol di Strefezza ha regalato ai leccesi il loro primo punto.
Attenzione, la classifica dei pugliesi potrebbe essere ingannevole. La squadra di Baroni (ex Napoli e protagonista nell’annata del secondo scudetto napoletano) nelle gare precedenti è stata sconfitta di misura da Inter e Sassuolo. I nerazzurri hanno avuto ragione dei salentini solo grazie a un goal all’ultimo minuto. Quella di Baroni è una compagine tutt’altro che semplice da battere. I pugliesi giocano con un 4-3-3 di partenza ben disposto a trasformarsi in un 4-2-3-1 (molto dipende anche dai cambi). Sulla carta il modulo e la duttilità dei giallorossi appare a specchio rispetto a quello degli uomini di Spalletti.
Il gioco leccese si sviluppa in una manovra che coinvolge molto gli esterni. Il palleggio assorbe tutti gli elementi, in particolare i terzini e il vertice basso. I cambi di gioco sono frequenti e già dalla parte esterna della difesa si tende a cercare la punta con lanci lunghi. Come si è visto nella gara con l’Empoli, il gol è arrivato proprio da una costruzione sulla corsia di sinistra e da un rimorchio dal centro. Considerando le caratteristiche degli attaccanti del Napoli, Baroni dovrà decidere se tenere la linea difensiva alta, in virtù di una tendenza della squadra a cercare di recuperare subito palla con un pressing alto, oppure aspettare abbassandosi in un atteggiamento più prudente.
A centrocampo Hjulmand è il punto di riferimento centrale, mentre Bistrović e Gonzalez dovrebbero agire da interni. Il tridente d’attacco dovrebbe contare sulla punta centrale Ceesay, supportato da Espeto e Banda, probabilmente disposti a un lavoro di copertura più intenso. Anche per assicurare maggiore solidità al rendimento difensivo, che in queste prime uscite è apparso l’aspetto più precario dell’impianto tattico leccese.
Il Napoli visto a Firenze ha dato l’impressione di saper gestire equilibri più stressanti e tensioni agonistiche più impegnative, ma, davanti a un avversario più ostico e impegnativo ha mostrato qualche difficoltà nella costruzione della manovra, soffrendo non poco le marcature preventive e il pressing avversario. Col Lecce la storia, almeno sul piano tattico, potrebbe ripetersi. Inoltre, in virtù dell’impegno infrasettimanale, della gara con la Lazio e dell’inizio imminente della Champions, Spalletti potrebbe ricorrere a un ampio turnover.
Tuttavia, non tutti gli elementi a disposizione del mister toscano possono già contare su una condizione atletica ottimale. Per esempio Dnombele e Olivera. E non tutti possono ancora essere considerati bene integrati nei meccanismi di gioco, essendo arrivati da poco.
Tra Simeone e Raspadori, quest’ultimo sembrerebbe più pronto. Non sarebbe da escludere l’impiego dal primo minuto di elementi come Politano e lo stesso attaccante proveniente dal Sassuolo, oltre che di un cambio iniziale anche in mediana. Considerando il calendario in trasferta (Lazio e Milan) e la gara di Champions League col Liverpool tra una settimana, il Napoli, non potendo permettersi di perdere terreno in casa, dovrà saper gestire le risorse e le energie.