Napoli-Milan è destinata ad essere emblematica. Partita spesso storica. Ai tempi di Maradona era la gara scudetto. E anche quando non lo era valeva comunque l’equilibrio mentale di una stagione. Il Milan vince a Napoli da tre stagioni. L’ultimo successo dei partenopei risale all’agosto del 2018, quando alla prima in casa di Ancelotti gli azzurri rimontarono da 0-2 battendo il Milan dell’allora Gattuso che sarebbe finito proprio sulla panchina del Napoli rilevando il suo maestro calcistico.
L’anno scorso il Milan fece visita due volte al Maradona. La prima fu il 4-0 che fece traballare le certezze di un Napoli solidamente al comando e col pensiero a quei quarti di Champions League che proprio per mano della squadra di Pioli in doppio confronto condito da polemiche sull’operato degli arbitri vide il passaggio del turno dei rossoneri. Forse quell’eliminazione brucia ancora più della sonante sconfitta rimediata in casa. Soprattutto perché quella gara fu presto dimenticata grazie al trionfo finale. Tuttavia quel risultato così ampio lasciò un segno che richiese un tempo più lungo del previsto per poterne guarire gli effetti.
Adesso Napoli-Milan significa due squadre ferite e alla ricerca di una pronta guarigione. Il Napoli è sulla buona strada, almeno sul piano dei risultati. I successi di Verona e Berlino non hanno contemplato una squadra brillante sul piano del gioco, ma sono serviti a restituire fiducia e serenità a un Garcia che aveva assolutamente bisogno di riprendere una corsa già troppe volte interrotta. La partita del Maradona va a completare un trittico di impegni considerato decisivo soprattutto per l’allenatore del Napoli.
Il Milan, invece, viene da due sconfitte consecutive. Una in campionato nello scontro diretto con la Juve e un’altra maturata sotto i colpi spietati del PSG in Champions. La sfida col Napoli va a chiudere un ciclo terribile che Pioli non sembra aver impattato con efficacia. 0 gol segnati e 4 subiti, per un doppio passo falso che ha squilibrato classifica e girone di Champions. La partita a Fuorigrotta si presenta come pesantissima per poter interrompere un momento che sembra farsi complicato.
Garcia, che deve fare a meno di Osimhen, ha annunciato la disponibilità di Anguissa, ma non per novanta minuti. Il che lascia presagirne a un utilizzo a gara in corsa. Rrhamani e Natan dovrebbero essere i centrali di difesa, mentre Mario Rui appare favorito su Olivera per la fascia sinistra. Cajuste è il favorito per partire in mediana al fianco di Lobotka e Zielinski. In attacco dovrebbe essere confermato il tridente Politano, Kvara e Raspadori. Pioli ha Thiaw squalificato. Sulla sinistra rientra Theo Hernandez, mentre Reijnders, Krunic e Musah dovrebbero formare la mediana a sostegno dell’attacco che al centro dovrebbe contare sull’impiego dal primo minuto di Giroud.
Il Napoli da molto tempo “soffre” di un equilibrio tattico che spesso lo porta a distendersi su distanze troppo lunghe per reggere in maniera compatta pressing e ripartenza, con un palleggio che cerca verticalizzazioni a volte forzate sia centralmente che sulle corsie laterali. La rapidità di Leao e Pulisic potrebbe essere un problema condizionante in una simile situazione tattica. La gara col Milan non consente errori e ingenuità. Soprattutto non consente errori in fase conclusiva e nelle marcature. Al tempo stesso il Milan sa che non può permettersi di sbagliare partita. Il confronto è di quelli molto delicati sul piano della tenuta psicologica. L’aspetto che alla fine potrebbe risultare determinante.