Fu nel mondiale del ’54 che piovvero goal a grappoli. 140 reti in 26 partite. Fu in quell’anno che la Coppa Rimet andò in televisione, che il Brasile segnò cinque goal al Messico, che la grande Ungheria ne fece nove alla Corea del Sud, otto alla Germania Ovest, che i coreani ne rimediarono altri sette dalla Turchia, che ne prese altrettanti dai tedeschi, come gli scozzesi dagli uruguaiani e che Austria-Svizzera, quarti di finale, terminò 7-5. Fu in quel mondiale che Belgio e Inghilterra non si sottrassero e mandarono in scena un incredibile 4-4. Anche se in quel mondiale, tra la “Battaglia” e il “Miracolo” di Berna, la parola incredibile assunse un altro significato. Fino alla finale, col suo epilogo enigma, col capovolgimento di fronte più inaspettato della storia delle finali mondiali, con l’Ungheria vicina alla perfezione e sopraffatta da una Germania sfavorita dai pronostici con una rimonta da film, le partite si consegnarono alla parola spettacolo, anticipando i sensazionalismi dello show futbol.
Inghilterra-Belgio 4-4 dopo i tempi supplementari, previsti anche nelle gare dei gironi. Inglesi avanti per 3-1, poi raggiunti sul 3-3, poi nuovamente avanti per 4-3 al 91’ e poi ancora raggiunti sul 4-4 finale da un’autorete di James William Dickinson, centrocampista che in oltre 760 presenze con la maglia del Portsmouth non fu mai ammonito né espulso. Soprannominato “Gentleman Jim”, il suo nome, che oggi è anche quello di una strada nei pressi del Fratton Park, lo stadio del Portsmouth, è ancora ricordato come quello di una leggenda. Dopo il 4-4 al St. Jakob, Inghilterra e Belgio maturarono rispettivamente la qualificazione al turno successivo e l’eliminazione con ultimo posto nel girone. Gli inglesi furono poi eliminati ai quarti di finale dall’Uruguay di Schiaffino. 4-2 per i sudamericani, a Basilea, sempre al St. Jakob, lo stadio dove gli oltremanica avevano pareggiato 4-4 col Belgio.
A Italia ’90 Belgio e Inghilterra si ritrovano davanti in occasione degli ottavi di finale. Il tabellone mette a confronto la prima del girone F, l’Inghilterra, e la seconda del girone E, il Belgio. Partita difficile per entrambe. Gli inglesi vantano un organico di grande livello tecnico. Platt, Lineker, Gascoigne sono tra i migliori calciatori d’Europa. Nella rosa scelta da Robson provengono tutti dai campionati inglese e scozzese, con l’eccezione di Chris Waddle, che milita in Francia con la maglia dell’Olympique Marsiglia. Il Belgio, che ha tra i pali il celebre portiere Michel Preud'homme, conta su calciatori come Vincenzo Scifo, ex Inter e futuro Torino, e Wilmots, destinato a diventare uno dei simboli del calcio belga. Il 26 giugno, a Bologna, Belgio e Inghilterra terminano i novanta minuti a reti bianche. Quando i rigori sembrano ormai vicini, a un minuto dalla fine dei supplementari David Platt, con una grande conclusione in girata, sblocca il risultato e qualifica i suoi per i quarti di finale. L’Inghilterra sarà fermata in semifinale, ai penalty, dalla Germania.
Un curioso precedente tra Belgio e Inghilterra è quello di una partecipazione a un torneo marocchino a quattro squadre organizzato e disputato nel 1998 a Casablanca. Scifo e Gascognie si incontrano nuovamente per una sfida di lusso. Nello stesso mini torneo ci sono anche Francia e Marocco. Il King Hassan II International Cup Tournament sarà vinto dai francesi, mentre Belgio e Inghilterra sarà decisa ai rigori. 4-3 per i belgi. Per il mondiale russo del 2018, Belgio e Inghilterra si fronteggiano per il primato in un raggruppamento che li vede già qualificati. I leoni di sua maestà hanno già dimostrato una forte personalità, compattezza tattica e ottima propensione offensiva, grazie all’efficacia del suo centravanti di spicco, Kane, punta di diamante del Tottenham. Southgate può pure contare su Alli e Sterling come cursori offensivi, in una ipotetica sfida a quelli del Belgio. Mertens e Hazard sono la fantasia che sostiene Lukaku, ancora in dubbio per la sfida con gli inglesi. L’Inghilterra cura molto le azioni da calcio piazzato. Angoli e punizioni sono un’arma pericolosa a favore di Kane e compagni. Il Belgio, invece, tende ad azioni manovrate e ad affondi improvvisi che nascono dal palleggio dei suoi centrocampisti e delle due mezzepunte. Martinez e Southgate dovranno affrontare ogni genere di equilibrio. L’ordine di classifica, la salvaguardia fisica e atletica dei calciatori, la forza psicologica sono tutti aspetti che in un campionato del mondo corrono sulla lama del rasoio.