Otto mesi di campionato per azzerare la disputa. A cinque turni dalla fine Napoli e Inter ripartono appaiate. Dopo un testa a testa lungo, incerto ed estenuante, dopo che i lombardi sembravano averla quasi spuntata, l’ultimo mese di stagione si è voluto presentare in abiti da thriller. E la suspense tiene banco per la posta più alta.
A Fuorigrotta arriva un Torino che ha poco da chiedere al campionato. Metà classifica, salvezza in tasca e l’Europa lontana. Un affare per altre. Per un Toro che di fatto quest’anno è stata prestigiosa e poco incisiva partecipante, come spesso avvenuto nella storia recente dei granata.
Sorte ha voluto, però, che gli uomini di Vanoli siano parte della rivelazione finale. Prima al Maradona e poi tra le mura amiche, in poche settimane il Torino affronterà le due contendenti per il titolo. Un’incombenza che di certo preoccupa più le avversarie e mette i granata in una condizione di spensieratezza dalla lama sottile.
I precedenti coi piemontesi per il Napoli sono incoraggianti. Tuttavia in questo momento ogni effetto statistico, ogni valore, ogni ipotesi di natura razionale lasciano il tempo che trovano. Perché ogni partita, ogni momento, ogni episodio possono diventare decisivi per l’assegnazione della vittoria. In un’incognita per la quale nessun pronostico può essere escluso. E le insidie sono dappertutto. Soprattutto dove tutto sembra più scontato.
Per la gara col Torino, Antonio Conte potrebbe scegliere un’ulteriore inversione tattica. Un 4-4-2 con McTominay esterno di centrocampo con licenza offensiva e Raspadori a supporto di Lukaku. Politano a completamento e Spinazzola esterno difensivo con Di Lorenzo accentrato. Tutto per sopperire alle assenze di Neres e, probabilmente, almeno dal primo minuto, di Buongiorno. Vanoli deve rinunciare a Gineitis, squalificato, ma ritrova Vlasic che, insieme all’ex Elmas giocherà a sostegno di Adams.
Il tema tattico è scontato. Il Napoli non potrà fare calcoli, al di là del risultato di San Siro. A questo punto ogni gara va giocata per i tre punti. Lo impone questo finale e lo impone la differenza con gli avversari. Sia pur considerando che i partenopei negli ultimi mesi hanno spesso stentato nel trovare la vittoria e solo nell’ultimo turno hanno ritrovato i due successi consecutivi.
Nulla è così facile da prevedere. La tensione e la concentrazione sono due aspetti che dovranno trovare il punto di equilibrio anche nella gestione psicofisica delle partite. E nessun elemento può essere trascurato. Davanti ad avversari “giudici” indiretti di come andrà a finire. Il primo per il Napoli è il Torino.