I tedeschi non battono gli spagnoli in una gara ufficiale dal 1988. Quando la Germania Ovest superò per 2-0 la Spagna ai campionati europei c’era ancora il muro di Berlino. Il blocco socialista era ancora in piedi e di lì a poco la sua dissoluzione avrebbe cambiato un mondo in cui sarebbe mutato pure qualche equilibrio calcistico. E la Spagna è tra le selezioni nazionali che più di tutte sono state in grado di diventare grandi (due campionati europei e una Coppa del Mondo vinti tra il 2008 e il 2012). La Germania, invece, pure da riunificata non avrebbe indebolito il suo blasone, con due campionati del mondo vinti nel 1990 e nel 2014 e un europeo conquistato nel 1996. 

Il primo grande Germania-Spagna si è giocato nell’estate del 1966, a Birbingham. Terza gara del girone di qualificazione. Alla Germania Ovest basta il pareggio, mentre gli spagnoli sono costretti a vincere per guadagnare il passaggio del turno. Fusté porta in vantaggio gli iberici, ma i tedeschi ribaltano il risultato con le reti di Emmerich e Uwe Seeler. Germania avanti, fino alla finale di Wembley dello storico gol fantasma a vantaggio dell’Inghilterra poi laureatasi campione del mondo.

Mondiale 1982, proprio in Spagna. Girone due, successivo a quello a quattro della fase iniziale, e stesso punteggio del 1966. Germania batte Spagna 2-1 e tedeschi ancora una volta proiettati verso la qualificazione in finale. Stavolta a sconfiggerli ci penserà l’Italia. Alla Germania non porta fortuna eliminare la Spagna. Ai campionati del mondo statunitensi del 1994 tedeschi e spagnoli pareggiano per 1-1 la sfida del loro girone eliminatorio in cui saranno entrambe e passare il turno. Questa volta il risultato rende felice entrambe.

La sfida più grande arriva nel 2008. Finale del campionato europeo. A Vienna si fronteggiano la tradizione e l’innovazione. Il calcio dei tedeschi sempre costanti ad altissimi livelli da una parte e la filosofia del palleggio degli spagnoli dall’altra. Fernando Torres sblocca una gara che sembra nelle mani degli iberici. Il gol basta a stabilire che a diventare campione d’Europa sia per la prima volta la Spagna. È l’inizio di un ciclo che vedrà gli iberici bissare il successo europeo dopo aver conquistato anche la Coppa del Mondo nel 2010, quando in semifinale i rossi hanno ragione della Germania nella semifinale risolta da un colpo di testa di Carles Puyol.

L’ultimo confronto in una partita ufficiale tra Spagna e Germania ha visto prevalere le furie rosse con un perentorio 6-0. Gara valevole per il girone della UEFA Nations League, poco più di due anni fa. Uno smacco che i tedeschi non avranno dimenticato. Tra le grandi nazionali di calcio è una questione di prestigio.

Adesso Spagna-Germania vale gli equilibri del gruppo E del campionato del mondo. E i favori del pronostico pendono dalla parte spagnola. Gli uomini di Luis Enrique hanno dominato Costa Rica (7-0) mentre i tedeschi hanno subito una clamorosa sconfitta dal Giappone (2-1). Hans-Dieter Flick sa che quella con la Spagna è già una partita da dentro o fuori. E vincere è l’unico che risultato che può rimettere in gioco la Germania.

La possibilità di poter gestire due risultati su tre mette gli spagnoli in condizioni mentali più solide. Un aspetto che li potrebbe favorire anche sul piano tattico, vista la predilezione di Busquets e compagni per il possesso palla e un palleggio fondati su qualità e rapidità. Non è un caso che i tedeschi negli ultimi anni abbiano più volte sofferto la manovra spagnola. Il 4-2-3-1 di Flick rievoca lo statuto di ferro del Bayern Monaco. Kimmich e Gündogan costituiscono la mediana a sostegno dei tre trequartisti (di solito Gnabry, Müller, Musiala)  dietro la punta. In difesa Süle e Rüdiger sono i riferimenti centrali. 

La Spagna di Luis Enrique tende al Barcellona, vista la propensione dell’allenatore spagnolo a prediligere la fazione catalana del calcio nazionale. Azpilcueta e Jordi Alba sono i fluidificanti del 4-3-3 in cui Gavi, Busquets e Pedri assistono il tridente offensivo formato da Dani Olmo e Ferran Torres a sostegno della punta centrale.

In una gara così, però, non saranno soltanto gli aspetti tecnici a fare la differenza. Vista la posta in palio – per la Germania è uno spareggio anticipato – risulterà determinante anche la capacità psicologica. E lì non mancherà l’appello al blasone che dal dopoguerra tiene i tedeschi tra le prime al mondo. La Germania ha già l’assoluta necessità di ribadirlo. Dall’altra parte c’è la Spagna.