Quando all’asta di settembre si scelgono i difensori esistono fondamentalmente due scuole di pensiero: la prima, quella per i sostenitori più fervidi del modificatore della difesa, che punta a difensori senza particolari pretese di bonus e che siano in grado di garantire il 6; la seconda, interpretata da chi, fregandosene della continuità, cerca quanti più bonus possibili, magari grazie a una difesa di tutti terzini. In nessuna di queste due scuole di pensiero, però, rientrava Danilo D’Ambrosio. A settembre sembrava finito in fondo nelle gerarchie di De Boer e sembrava non garantire prestazioni soddisfacenti dal punto di vista fantacalcistico, ma come sappiamo, il calcio è strano tant’è vero che il nativo di Caivano non solo si è riguadagnato il posto da titolare all’Inter, ma ha anche conquistato la Nazionale grazie a numeri molto più che positivi.

Già verso la fine della scorsa stagione si intravvedeva qualcosa di buono nelle prestazioni dell’ex Torino tanto che arrivò a cullare il sogno della convocazione per gli Europei: la chiamata non arrivò, ma il percorso di crescita di D’Ambrosio non si arrestò e, anzi, è continuato inesorabile sino a raggiungere il massimo in quest’annata. Se si considerano i giocatori con più di 17 presenze in stagione (vale a dire il 60% delle gare sin qui disputate), Danilo è il 26° per fanta-media, il decimo fra i terzini, e il 36° per media-voto (15° nel ruolo): non va dimenticato come in queste medie influiscano - negativamente - le prime gare sotto la gestione De Boer. Dall’arrivo di Pioli la sua fanta-media è di 6.14 (6.25 se si esclude il blackout di Napoli) e questo dato lo collocherebbe al 13° posto complessivo fra i difensori, il 6° fra i terzini della Serie A. Chi, fra le risatine degli avversari, se lo è assicurato all’asta adesso sogghigna sapendo di poter contare su di un difensore continuo in grado di trovare anche qualche bonus come testimoniano i due assist e il gol, tutti sotto la gestione oculata di Stefano Pioli.
Se poi il discorso si allarga al campo, esulando dal fanta, il rendimento di D’Ambrosio è sicuramente degno di nota e non poteva rimanere nascosto agli occhi del commissario tecnico Giampiero Ventura. Sia nella fase difensiva che in quella offensiva il giocatore campano si conferma fra i migliori interpreti del ruolo in Serie A: con i suoi 6.39 duelli vinti a partita è infatti il terzo migliore in Serie A fra i difensori, il 2° se ci si limita al numero di tackle vinti ogni partita (2.17) e questo lo rende il miglior terzino nella specifica categoria statistica. A questo - sempre per evidenziare il suo apporto in difesa - si deve aggiungere il numero di duelli aerei vinti per gara: 1.43, il quinto dato più alto fra i terzini che ha giocato più del 60% degli incontri in questo campionato. Se il lato difensivo è encomiabile, anche il dato offensivo non è da sottovalutare.

Soltanto 9 difensori in Serie A realizzano più passaggi chiave di lui, con la differenza che D'Ambrosio - rispetto a Zampano, Pasqual o Rispoli che guidano questa graduatoria -, non è l’arma su cui puntare di base per assistere gli attaccanti, lui deve dividere il riflettore con gente come Perisic, Candreva, Banega, tutta gente che è in grado di creare occasioni pericolose e nonostante questo l'ex Torino riesce a realizzarne quasi uno a partita. Tutta questa pericolosità è riconosciuta dagli avversari e questo si traduce in una media di quasi 2 falli a partita subiti (il 4° dato più alto fra i difensori della Serie A): si deve poi sottolineare come questi interventi fallosi arrivino quasi sempre nella trequarti offensiva e consentono all’Inter di beneficiare di calci di punizione pericolosi.
Sicuramente ci sono ancora delle situazioni di gioco in cui può migliorare: potrebbe aumentare il numero di cross completati ogni partita (ad oggi ne completa 0.5 a incontro), ma su questo si può lavorare. Altre cose, invece, sono innate, come la lettura dei calci piazzati offensivi dove D’Ambrosio eccelle facendosi trovare sempre pronto a raccogliere le deviazioni sul secondo palo: in questo modo sono arrivate le due reti della scorsa stagione, ma anche la rete che sbloccò la gara contro il Pescara in questa annata. Adesso che il suo lavoro è stato riconosciuto con la convocazione in Nazionale in tutti si sono resi conto di come e quanto sia migliorato negli ultimi 12 mesi il terzino destro dell’Inter e i ghigni e i risolini dell’asta sono spariti.