Per la prima volta l’Africa è in semifinale ai mondiali. Ma l’Africa è un continente. Troppo spesso accade che ce ne si dimentichi, sommando in una nazione di comodo tante altre nazioni. È toccato al Marocco battere quel record che poche altre formazioni africane avevano sfiorato. E la Francia non è il più comodo degli avversari per pensare di arrivare fino in fondo. 

Oltre le Alpi c’è una tra le nazionali più forti degli ultimi decenni. Due volte campione del mondo dal 1998 ad oggi e detentore di quel titolo che molte altre grandi nazionali inseguono invano da molto tempo. La Francia sarà a difesa (del titolo) e all’attacco (tatticamente). Il Marocco, invece, oltre che alla sua tenacia tattica, porterà con sé la suggestione d’occasione sulla simpatia per il Golia che sfida il gigante. 

Aguerd e Mazraoui sono in dubbio in vista della gara utile all’accesso alla grande finale, mentre Bounou, Hakimi, Amrabat e Ziyech saranno le certezze di una formazione votata a un sacrificio tattico che ormai è il suo tratto distintivo. Un po’ troppo, in certi frangenti, ma con la consapevolezza e la dimostrazione di essere la soluzione migliore. Un non andare oltre che adesso impensierirà pure i campioni in carica.

Il tridente Griezmann, Mbappé, Giroud dovrà fare appello a tutte le sue qualità per avere ragione di un avversario che sulla carta parte nettamente sfavorito, ma che di fatto può rappresentare la più classica formula della smentita sul terreno di gioco. Subito dopo sarebbe l’incredibile. Ma i francesi a questo incredibile non hanno alcuna intenzione di dare vita, perché c’è da giocarsi l’accesso alla gara ultima per triplicare la coppa del mondo e scrivere il proprio nome sull’albo d’oro per la seconda volta consecutiva. 

Le curiosità e le suggestioni di gioco non sono poche. Tra queste spunta il cosa succederebbe se la Francia dovesse passare in vantaggio? Scardinando una tenuta difensiva consistente, ma appartenente a un impianto tattico poco incline alla fase offensiva e non così chiamato alla rimonta di frequente. 

A Doha andrà in scena un incontro di calcio che inevitabilmente rievoca un’antica e travagliata memoria storica. I Leoni dell'Atlas e i transalpini sono stati a lungo in conflitto nel periodo coloniale con ruoli diametralmente opposti, fino a una più serena relazione determinata da accordi soprattutto di natura economica. Ma certe soluzioni politiche non possono cancellare tensioni e rivalità che, sia pur nella dimensione sportiva e pacifica, smuoveranno spinte ulteriori in una gara che vedrà una sorta di “unione magrebina” sostenere in massa la fazione africana. Dall’altra parte la Francia dimenticherà di avere in squadra tanti calciatori di origine proprio africana, e di averne avuti già tanti e molto forti in passato, per ribadire il suo primato calcistico e di bandiera. 

Tuttavia resta sopra ogni cosa la ragione principale che muoverà i ventidue calciatori in campo più quelli che subentreranno a gara in corso: la qualificazione alla finale della coppa del mondo. Il sogno più grande di ogni giocatore. E lì non si scorgono confini geografici.