Fu nel lontano ’69 che Pierpaolo Manservisi segnò l’1-0 con cui il Napoli riuscì a battere l’Ajax di Cruijff e Krol a Fuorigrotta. Gli olandesi avrebbero poi ribaltato il risultato dell’andata imponendosi per 4-0 tra le mura amiche in quel turno di Coppa delle Fiere. La gara che al Maradona sta per aggiungersi all’unico precedente europeo a Napoli tra i partenopei e i lancieri al momento sembra aver capovolto gli equilibri. La prestazione e il risultato dell’andata hanno messo una seria ipoteca sulle possibilità di qualificazione degli azzurri e hanno compromesso le residue speranze degli olandesi. Uno storico 6-1 che pesa sulla classifica, sugli scontri diretti e su ogni altra ipotesi di classifica avulsa. 

Napoli-Ajax non sarà più decisiva soltanto per il confronto tra quelle che inizialmente erano indicate tra le contendenti per il secondo posto, ma sarà importante per conferire al Napoli la palma di favorita per il primato del raggruppamento. Per assicurarsi la qualificazione gli uomini di Spalletti possono contare su due risultati su tre, mentre una vittoria consoliderebbe il primo posto e proietterebbe gli azzurri verso la possibilità di vincere il girone A.

Quello che per adesso sembra essere un discorso a tre rimanda i calcoli alle certezze. Il Napoli non avrà alcuna intenzione di dirsi qualificato senza averne prima raggiunto l’aritmetica. E la prima insidia nella partita con l’Ajax sarebbe proprio cullarsi sugli eccessi di sicurezza. Schreuder non ha digerito il risultato di Amsterdam e i suoi non avranno nessuna intenzione di fare da passaggio protocollare di una pratica apparentemente annunciabile. Spalletti, probabilmente, dovrà lavorare proprio su questo aspetto. La leggerezza mentale a volta può trasformarsi in un peso insidioso. E la Champions League non perdona certe dismisure.

L’Ajax dovrà rinunciare a Tadic, squalificato (dovrebbe essere sostituito da Brobbey), e potrà sperare di imporsi al Maradona soltanto con una gara coraggiosa e tatticamente pregevole. Kudus sarà al centro dell'attacco e Bergwijn dovrebbe completare il reparto offensivo con Berghuis a centrocampo. I dispositivi preventivi dell’andata hanno avuto durata breve e la rapidità dei calciatori azzurri ha saputo subito disinnescarne l’aggressività. Gli esterni olandesi hanno subito la spinta di quelli partenopei le cui rispettive catene laterali hanno dominato in lungo e in largo, compreso un dominio della linea mediana in cui Anguissa, Zielinski, Ndombele e Lobotka hanno governato tutta la gara. 

Il Napoli recupera Osimhen, che dovrebbe rientrare in gruppo a disposizione dell’allenatore. Rahmani, uscito malconcio a Cremona, dovrebbe cedere il posto a Ostigard o Juan Jesus. In attacco, con Kvara e Lozano quasi sicuramente schierati dal primo minuto, resta il ballottaggio tra Raspadori e Simeone. Stavolta, con un ipotetico impiego anche di Osimhen.

Un occhio e mezzo alla partita del Maradona e una metà a quella a Glasgow. Inutile nascondere che il Napoli farà anche un po’ il tifo per i Rangers. Tuttavia, la partita che conta di più è quella in cui Spalletti spera di assistere alla continuità vista fino a oggi. Il calcolo verrà dopo. Mai come questa volta il Napoli sa di avere tutto nelle proprie mani.