Vuoi per le rivoluzioni geopolitiche, vuoi per l'esplosione del calcio in paesi senza tradizione del pallone, vuoi per la rotondità del suddetto pallone (caratteristica che rende possibile l'impossibile e viceversa), non c'è mai stata un'edizione dei campionati del mondo senza almeno una debuttante (e non ci sarà almeno fino a Qatar 2022, visto che proprio i qatarioti non hanno mai partecipato). Limitandoci ai tempi recenti, da Francia '98 a Brasile 2014 ben 19 nazionali sono state battezzate alla fase finale di un mondiale - nazionali che diventano 21 aggiungendo Panama e Islanda, le cenerentole fresche di biglietto aereo conquistato per Russia 2018. La lunga lista comprende 9 nazionali europee, 6 africane, 4 americane e 2 asiatiche:  comparse, sparring partner, ma anche sorprese. Figlie di un pallone che non smette di rotolare in tutto il mondo, che semina passione e raccoglie talenti dai Caraibi all'estremo oriente. 

Partiamo da Francia '98: quattro debuttanti da quattro continenti. In tre furono sorteggiate nello stesso girone, e in tre non superarono il primo turno. Nel Sudafrica di Philippe Troussiere, allenatore francese specializzato in nazionali africane (aveva allenato già Costa d'Avorio, Nigeria e Burkina Faso, avrebbe allenato successivamente il Marocco), giocavano l'attaccante del Bari Phil Masinga e quello dell'Ajax Benni McCarthy: non bastarono a superare il girone con Francia, Danimarca e Arabia Saudita, anche se fermarono sul pareggio i danesi dei fratelli Laudrup e non riuscirono a impensierirli solo per la tigna dei sauditi, che nell'ultima partita del girone li bloccarono sul 2-2. Le altre tre "nuove" furono sorteggiate nello stesso girone: il Giappone del ventunenne Hidetoshi Nakata (che si trasferì al Perugia proprio dopo quel mondiale) arrivò ultimo, dietro alla Giamaica; andò meglio alla Croazia, seconda alle spalle della Francia padrona di casa. Vero è che i croati avevano in rosa giocatori che avevano già giocato un mondiale, Italia '90, con la maglia della Jugoslavia: c'era Jarni, c'era Prosinecki. E c'era, soprattutto, Davor Suker: l'attaccante del Real Madrid, un nome da eroe dei fumetti, fu il capocannoniere di Francia '98, e con i suoi 6 gol trascinò la Croazia a un sorprendente terzo posto finale dopo aver umiliato la Germania 3-0 ai quarti e battuto l'Olanda nella finalina. 

Quattro esordienti da quattro continenti anche ai mondiali di Corea e Giappone del 2002. Nazionali meno fortunate: la Cina arrivò ultima nel girone, nessun gol segnato e 9 subiti; ultima anche la Slovenia, che però riuscì a segnare almeno due reti; terza e fuori al primo turno la nazionale dell'Ecuador, eliminata nel girone in cui si qualificarono Italia e Messico. Meglio andò, invece, al Senegal: la nazionale del compianto Bruno Metsu poteva contare su gente del calibro di Bouba Diop, Diouf e Souleymane Camara, oltre che su uno zoccolo duro di giocatori militanti già da tempo nei campionati europei (soprattutto in Francia), e riuscì a superare il girone sbattendo fuori l'Uruguay e, prima volta in un mondiale, i campioni in carica della Francia, battuti 1-0 nella gara inaugurale. Agli ottavi fanno fuori anche la Svezia, grazie al golden gol di Camara. Ma chi di golden gol ferisce, di golden gol perisce: il Senegal uscì ai quarti, eliminato dal gol ai supplementari del turco Mansiz, uno che ha appeso le scarpette al chiodo e oggi pratica il pattinaggio sul ghiaccio.

Se escludiamo le prime due edizioni, i mondiali di Germania 2006 videro il numero più alto di debuttanti di sempre: ben 8 - quattro africane, tre europee, un'americana. Ai gironi si fermarono Serbia e Montenegro, Repubblica Ceca, Togo, Costa d'Avorio, Angola e Trinidad e Tobago. Il Ghana di Essien, Muntari, Appiah e Asamoah Gyan, dopo aver superato il girone (vinto dall'Italia) al secondo posto, venne eliminato agli ottavi dal Brasile con un secco 3-0. Stesso risultato con cui l'Italia piegò l'Ucraina ai quarti, a cui Shevchenko e i suoi erano arrivati battendo la Svizzera ai rigori, agli ottavi. Ma quell'anno, come ben ricordiamo, non ce n'era per nessuno.

Ce n'era per tutti, invece, a Sudafrica 2010. Anche per la giovane Slovacchia del ventitreenne Marek Hamsik, che ci spazzò via già ai gironi: 3-2 nell'ultima e decisiva partita e l'Italia che fa la fine della Francia del 2002, fuori al primo turno (e con l'ultimo posto) da campione del mondo. Il cammino degli slovacchi, comunque, non fu particolarmente fortunato: si interruppe già agli ottavi, 2-1 dall'Olanda. Meglio, comunque, del secondo debutto della Serbia, che rispetto a quattro anni prima si era separata dal Montenegro: fuori da ultima ai gironi, ma non prima d'essersi tolta lo sfizio d'aver battuto la Germania 1-0 in una partita emozionante. 

Unica novità a Brasile 2014, la Bosnia di Dzeko e Pjanic uscì fuori al primo turno, sconfitta da Argentina e Nigeria e vittoriosa nella gara finale contro l'Iran. In Russia non ci saranno - per appena due punti non giocheranno i playoff - ma ci sono già due cenerentole pronte: Islanda e Panama stanno scegliendo scarpe e vestito per il ballo delle debuttanti, sperando di ritardare il più possibile la mezzanotte.