A fine gennaio, quasi come un alunno trascurato dal maestro, si era lasciato andare a un velato sfogo che malcelava un malessere personale, peraltro del tutto stridente con lo strepitoso rendimento stagionale in zona gol. "Mi piacerebbe ricevere qualche complimento da Spalletti". Alla fine anche il tecnico della Roma ha ceduto di fronte all'evidenza dei fatti, tirando persino le orecchie a chi sale sul carro solo ora che Edin Dzeko ha cominciato a segnare a raffica.
Incredibile come le cose possano stravolgersi nel giro di dodici mesi. Gli elogi sul suo conto ormai si sprecano, ma è impossibile non sottolineare una volta di più quanto sia strepitoso il campionato del bosniaco, specie dal punto di vista numerico. 17 reti dopo 23 giornate, ovvero 14 in più di quante ne aveva messe a referto l'anno scorso a questo punto della stagione. Un miglioramento pazzesco che lo ha portato, almeno per il momento, a guidare la classifica marcatori davanti a Higuain, Mertens, Belotti e Icardi. Come se non bastasse, il suo recentissimo trend positivo si intreccia a meraviglia con l'andamento da primi della classe dei giallorossi (specie tra le mura amiche). Va in gol da cinque partite di fila tra Serie A e Coppa Italia, con 6 centri complessivi (2 in due gare alla Sampdoria, 2 alla Fiorentina, 1 a Cesena e Cagliari). Un bottino che ha evidentemente aiutato i capitolini a stabilire il proprio record assoluto di partite consecutive vinte in campionato davanti ai propri tifosi (ben 14).
Al di là della corsa per la Scarpa d'Oro e delle recenti voci targate 'As' circa un possibile assalto del Real Madrid a fine stagione, c'è un dato che lo stesso bomber della Roma, in cuor suo, sa di poter eguagliare se non addirittura migliorare. E qui bisogna tornare indietro di qualche anno, per la precisione alla Bundesliga 2008/2009, quando vestiva la maglia del Wolfsburg. Anche nella parentesi tedesca l'attaccante di Sarajevo confermò una tendenza anticipata e poi ripetuta nel prosieguo della sua carriera: prima annata sotto le aspettative, seconda annata scintillante. Andò così con il Teplice, con il Manchester City, adesso con la Roma. E anche ai tempi dei Lupi biancoverdi.
L'intuizione geniale la ebbe Felix Magath che nell'estate del 2007 convinse la dirigenza teutonica a investire 4 milioni di euro per quel ragazzone bosniaco di appena 21 anni. Primo tentativo così e così (28 presenze e 8 gol in Bundes), secondo tentativo da capogiro. 26 marcature, coppia d'attacco devastante con Grafite (28), la più prolifica nella storia del torneo (fu battuto il primato fissato nel 1973 da due attaccanti non proprio qualunque come Gerd Muller e Uli Hoeness) e vittoria dello Scudetto, primo e unico nella storia del club.
Ora Dzeko avrà davanti a sé altre 15 occasioni (Torino, Napoli, Sassuolo, Empoli, Atalanta, Lazio, Juventus e Genoa in casa, Crotone, Inter, Palermo, Bologna, Pescara, Milan e Chievo in trasferta) per siglare altri 10 centri e battere quel personalissimo e invidiabile record di 8 anni fa. Ci riuscirà?