C'è un filo tanto sottile quanto beffardo che separa due tra i molteplici significati del termine "crack". Da vocabolario, la sua accezione positiva chiama in causa un giudizio dato a "un giocatore di eccezionale bravura". L'altro lato della medaglia, invece, è una versione onomatopeica. Che, specie quando si parla di sport, non lascia mai presagire nulla di buono. Da poche ore, a collegare fatalmente questi due paralleli mondi semantici, ci ha pensato Arkadiusz Milik. Il polacco ha avuto un impatto simil-devastante sul calcio italiano. Ma il suo ginocchio ha deciso di abbandonarlo proprio ora che ci aveva preso gusto. La diagnosi non lascia scampo: rottura del crociato anteriore e stop forzato tra i 4 e i 6 mesi.

Un autentico massacro, per il Napoli e per i tanti fantallenatori che avevano pescato il coniglio dal cilindro puntando forte su di lui all'asta. Ma, se diamo uno sguardo al recente passato, Arek è in ottima compagnia: non sono pochi, infatti, i bomber celebri che nella nostra Serie A hanno rimediato infortuni di elevata gravità.

FRANCESCO TOTTI, 19 febbraio 2006 - I Mondiali in Germania erano alle porte, mancavano meno di quattro mesi all'inizio della kermesse. Il difensore dell'Empoli Richard Vanigli decise però di scombussolare i piani della Roma e della Nazionale: intervento da dietro, torsione innaturale, immagini impressionanti. Il risultato: frattura del perone con interessamento ai legamenti della caviglia sinistra. Salterà la spedizione tedesca? Dovrà addirittura appendere gli scarpini al chiodo? Macché. Totti tornerà in campo ben prima del previsto, esattamente l'11 maggio a San Siro, in occasione della finale di ritorno di Coppa Italia persa contro l'Inter. Momenti dolorosi che il Capitano non dimenticherà mai. Ma quel brutto ricordo, sul prato dell'Olimpico, sarà irrimediabilmente mitigato dalle emozioni vissute pochi mesi più tardi all'Olympiastadion.

FILIPPO INZAGHI, 10 novembre 2010 - A San Siro, quel giorno, calò un velo di tristezza. Perché Superpippo non è mai stato un simulatore e, quando si faceva male, lo si capiva subito dalle espressioni del suo volto. La dinamica si intuisce chiaramente dal minuto 0:26 del video che segue: Ambrosini atterrato in area, la sfera arrivò a Inzaghi che provò a metterla dentro. Tiro respinto, ma l'arbitro aveva già decretato il rigore. Peccato, l'istinto del bomber era prevalso su tutto il resto: se il fischio fosse arrivato qualche decimo di secondo prima, magari non avrebbe nemmeno provato a buttarsi su quella palla. Fatto sta che il danno era compiuto: lesione del legamento crociato del ginocchio sinistro e stagione finita.

FABIO QUAGLIARELLA, 6 gennaio 2011 - Il ricordo del "tradimento", a Napoli, era ancora freschissimo. Negli anni a venire l'attaccante di Castellammare svariate volte ha provato a spiegare senza giri di parole i motivi che lo spinsero a scegliere la Juventus, nella stessa estate in cui alle falde del Vesuvio sbarcò l'alieno Cavani. Primi sei mesi di campionato in bianconero da incorniciare: 17 presenze e 9 gol, media di più di un centro ogni due partite. La Befana, però, quell'anno portò più carbone del previsto: lesione al legamento crociato anteriore destro, un arrivederci lungo 6 mesi. 

DIEGO MILITO, 14 febbraio 2013 - Chissà quante volte Stramaccioni avrà ripensato a quella scelta. Il Principe tornava da un mese di stop per un problema al ginocchio sinistro. Lo stesso 'frantumato' proprio in quella gara di Europa League contro il Cluj, a cui forse non avrebbe dovuto nemmeno prendere parte. E invece eccolo lì, da titolare. Passarono appena 10 minuti dall'inizio, impossibile dimenticare la sua smorfia di dolore. La sentenza fu amarissima: doppia lesione al legamento crociato anteriore e al collaterale esterno. Bisognerà aspettare ben 7 mesi per rivederlo in campo. Ma il grande ritorno lo farà a modo suo: doppietta e assist nel clamoroso 7-0 con cui l'Inter si impose sul campo del Sassuolo. In un attimo, come per magia, la lunghissima degenza e la frenesia di mettere di nuovo quella palla in fondo al sacco scomparvero del tutto.

MARIO GOMEZ, 15 settembre 2013 - Quando sbarcò in Italia, il 12 luglio del 2013, i fantallenatori cominciarono ad affilare i coltelli per l'asta. L'incredulità era il sentimento più diffuso: quasi impossibile pensare che l'attaccante titolare della Germania, con ben 113 gol al Bayern Monaco nel curriculum, potesse arrivare in Serie A. E invece la realtà confermò la fantasia. Lo 'scherzetto' arrivò due mesi più tardi: contro il Cagliari il suo ginocchio destro compì un movimento innaturale. La prima diagnosi evidenziò una lesione parziale, lo staff medico assicurò che Gomez sarebbe potuto tornare a disposizione di Montella nel giro di 7-8 settimane. Il sopraggiungere di un'infiammazione al tendine della zampa d'oca, tuttavia, complicò notevolmente il suo recupero. Al punto che dovette restare fuori addirittura per cinque mesi. Risultato? Addio, sogni di fanta-gloria.

GIUSEPPE ROSSI,  5 gennaio 2014 - Se la sfortuna nel calcio avesse un volto, porterebbe i lineamenti di Pepito. Una carriera travagliata, devastata dagli infortuni, senza i quali avrebbe potuto ottenere risultati decisamente più importanti. Quella sera di inizio gennaio, quando i gravi problemi fisici del recente passato sembravano alle spalle, l'attaccante italo-americano ripiombò nello stesso, nerissimo tunnel. Rinaudo in ritardo, lui crollò a terra: lesione del legamento collaterale del ginocchio destro, altri quattro lunghissimi mesi di calvario. La domanda sorge spontanea: se la Fiorentina di quegli anni avesse avuto la coppia Rossi-Gomez al top della forma per tutte le partite, dove sarebbe arrivata?

ARKADIUSZ MILIK, 8 ottobre 2016 - Ultimo in ordine temporale, ma non per importanza. Il "crack" che proprio non ci voleva in casa Napoli, con Sarri ora costretto a trovare soluzioni alternative per sopperire all'inattesa emergenza. Gabbiadini troverà molto più spazio, c'è l'ipotesi dell'ingaggio di uno svincolato, si potrebbe reinventare Callejon o Mertens in versione falso nueve. Il problema resterà: l'unico, vero centravanti nella rosa azzurra tornerà nel 2017. Le 7 reti in 9 apparizioni tra campionato e Champions, a questo punto, dovranno solo essere un ulteriore stimolo per tornare quanto prima sul rettangolo verde.