Il 2005 fu all’insegna del Porto. Tutti i precedenti tra l’Inter e i portoghesi si concentrarono in due stagioni e un anno solare. Da febbraio a novembre un ottavo di Champions e un doppio confronto nel girone eliminatorio della massima competizione continentale. Era l’anno del Porto del dopo Mourinho che, pochi anni dopo, sarebbe approdato proprio a Milano sponda nerazzurra per compiere l’impresa storica del triplete.

I nerazzurri coi portoghesi hanno perso una volta soltanto, ma adesso le condizioni tecniche delle due squadre impongono a Inzaghi una certa prudenza. Il sorteggio è stato di sicuro clemente, considerando che l’Inter ha trovato una tra le prime più abbordabili, ma il Porto non è una squadra da sottovalutare. Tranne il clamoroso scivolone in casa col Brugge, gli iberici hanno vinto il loro raggruppamento mostrando gioco e solidità. I lusitani hanno anche dimostrato grande carattere, guadagnandosi la qualificazione con tre vittorie nelle ultime quattro giornate, rimontando un inizio non proprio brillante con due sconfitte nelle prime due gare. Gli uomini di Inzaghi hanno dalla loro la forza psicologica dell’impresa compiuta nel loro girone, in cui il Barcellona ha fatto le spese delle ottime prestazioni dei nerazzurri.

In Champions l’Inter ha mostrato un rendimento molto più continuo e affidabile di quello del campionato, caratterizzato da un numero troppo alto di sconfitte (5) in 13 giornate. Di certo troppo alto per chi ambisce alla conquista dello scudetto o alla possibilità di finire tra le prime quattro. Il Porto, invece, nel proprio campionato è attualmente secondo, 8 punti dietro un Benfica che al momento appare irresistibile e già proiettato a dominare il torneo nazionale. 

Sergio Conceiçao, ex Inter che conosce bene il calcio italiano, allena il Porto dal 2017. La sua visione tattica alterna un 4-4-2 e un 4-3-3 duttili a seconda delle condizioni e degli andamenti di gara. L’esperienza di Pepe guida una difesa a quattro molto ruvida, mentre Otavio, Uribe ed Eustaquio formano i tre mediani a sostegno del tridente offensivo formato da Galeno ed Evanilson a supporto di Taremi. Da tenere in considerazione anche il portiere, Diego Costa, celebre soprattutto per essere molto bravo a parare i calci di rigore.

I Dragões praticano un calcio offensivo e intraprendente. Le statistiche parlano di una squadra in grado di creare molte occasioni da rete, ma di peccare spesso di precisione e pragmatismo davanti alla porta avversaria. Il gioco si sviluppa sia attraverso il palleggio, se gli avversari prediligono di abbassarsi in fasi difensive più attendiste, sia più in verticale, con lanci alla ricerca della punta centrale se l’avversario tende a pressare già a ridosso della linea difensiva. La forza fisica di Taremi consente ai lusitani di puntare sia sui cross dal fondo e dalle fasce e sia sulla possibilità di far fungere da boa l’attaccante centrale con passaggi più lunghi.

Il Porto due stagioni fa ha eliminato la Juventus proprio agli ottavi di Champions e non è la prima italiana che in passato è stata battuta dai portoghesi in gare a eliminazione diretta. Considerando i rischi che l’urna dei sorteggi avrebbe potuto destinare ai nerazzurri, un ottavo di finale col Porto resta una prova complicata ma non impossibile. L’Inter ha tutte le possibilità di passare il turno per tornare a un punto della Champions League in cui manca da un po’ di tempo. E per Inzaghi sarebbe la possibilità di riscattare un rendimento fino a questo momento poco esaltante in campionato.