Il Napoli di Sarri, stando ai primi del mese di febbraio dell’anno del Signore 2017, rispetto alla stagione in corso, ha realizzato 55 goal in serie A, 4 nei due turni di Coppa Italia (ottavi e quarti, entrambi superati con successo) e 11 nelle sei gare del girone di Champions League chiuso col primo posto. Un totale di 70 goal, per una media complessiva di 2,07 goal a partita.

Il capocannoniere della classifica marcatori del campionato è Dries Mertens, il nuovo numero 9 del Napoli “mutante” di mister Sarri, in grado, in poche settimane, di adattare l’esterno d’attacco belga da cursore a supporto della punta centrale a riferimento avanzato del reparto offensivo, rievocando, sia pur con criteri tattici diversi, il disegno di alcuni schemi del passato. Dal Barcellona ad alcuni 3-4-3 con tridenti d’attacco formati da seconde punte duttili e leggere.

Dries Mertens occupa anche il quarto posto nella classifica dei marcatori della Champions League, con un totale di 4 reti, dietro Messi, Cavani e Lewandowski. Addirittura, è lo stesso Milik, infortunatosi dopo un mese dall’inizio della stagione, a occupare i primi posti della classifica marcatori della massima competizione europea, con 3 goal in due partite. Media sbalorditiva, seppur limitata a un periodo troppo breve, che conferma l’impatto immediatamente positivo del polacco sul gioco di Sarri con le realizzazioni in campionato. Quattro goal per una media di una segnatura ogni 120 minuti circa, ma con una media complessiva, se si considerano i goal europei, di un goal ogni 85 minuti nell’arco di un mese.

Se il Napoli ha dimenticato presto Higuain, zittendo i fautori e i sostenitori di una presunta dipendenza dal rendimento dell’argentino, poi rivelatasi una teoria invertibile, è perché sia Sarri, con il suo lavoro tecnico, che la società, con la capacità in questi anni di alzare sempre il livello offensivo della squadra rinunciando ai suoi calciatori migliori (Cavani è un altro esempio “numerico”), ma trovando sostituti e soluzioni sempre migliori, anche laddove nessuno, o quasi, avrebbe immaginato di scovarvi grandi risorse. Quello del Napoli targato Aurelio De Laurentiis, grazie agli interventi prima di Walter Mazzarri (anche in quegli anni i numeri non sono stati da poco), ma soprattutto di Rafa Benitez e ancora di più di Maurizio Sarri, è un modello di squadra in pieno crescendo di qualità offensiva, in relazione, attenzione, a parametri internazionali. Questo aspetto, inoltre, è surrogato anche da un lavoro di qualità che la società ha fatto e sta facendo pure sul centrocampo, reparto che fino a un paio di anni fa presentava vuoti di organico e rendimenti a volte deficitari, ma che adesso è considerato tre le migliori linee mediane di prospettiva, vista la qualità tecnica espressa dai veterani, Hamsik su tutti, e dai nuovi talenti emergenti, come Diawara e Zielinski, per citarne alcuni.

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In Champions, inoltre, il Napoli è la squadra ad aver battuto più calci d’angolo, con una media di quasi 10 corner a partita, a conferma di una presenza statistica di primissimo livello in zona d’attacco nei novanta minuti, confermata, pure, dalla media di tiri per partita (15,17), tra le prime in assoluto.

In serie A, invece, il Napoli è la squadra che al momento ha i migliori numeri per tiri in porta (primo con 192 nello specchio), è prima per tiri totali (342), terza per assist, quinta per cross (questo dato, però, va interpretato relativamente, perché con l’assenza di Milik il gioco ha, ovviamente, preferenze diverse), e prima per chilometri percorsi, con una media di 109,449 in totale. Quest’ultimo dato, rilevato su tutti i campi di serie A attraverso il sistema Stats, risulta molto utile anche per la valutazione della condizione fisica, in tutto l’arco della stagione, e quindi anche dell’efficacia della preparazione, soprattutto per le squadre che affrontano più competizioni.

L’unica anomalia, stando a questo stint di stagione, è rappresentata dal periodo difficile attraversato dal Napoli, coincidente, di conseguenza, con quello di rielaborazione di alcuni accorgimenti (l’adattamento di Mertens, con conseguente lavoro sui centrocampisti), subito successivo all’infortunio di Milik e in concomitanza con una lunga assenza di Albiol, che conta non poco negli equilibri di gioco di Sarri. Questo periodo, però, non ha presentato una crisi numerica di base, ma di realizzazione. Soprattutto le partite con Roma, Juve, Lazio e Sassuolo (due punti in totale), sia pur giocate dal Napoli più o meno in linea alle sue abitudini tattiche, hanno evidenziato un’incapacità incisiva nell’ultima fase di conclusione (problema manifestatosi in parte anche nelle due gare col Besiktas in Champions League, soprattutto in quella del San Paolo), poi risolta definitivamente dal nuovo meccanismo messo a punto con l’utilizzo di Mertens al centro di un attacco che conta pure su un sistema di gioco in cui le stesse azioni si elaborano su una manovra complessa quanto armoniosa. L’altissimo numero di passaggi riusciti lo testimonia.

Sempre volendo restare ai numeri, ai report statistici e, perché no, agli stessi risultati, non sarebbe un azzardo immaginare il Napoli con qualche punto in più in classifica del campionato, anche in piena competizione con la stessa Juventus, al netto degli infortuni di calciatori come Milik (fuori da tanto tempo) e Albiol. L’andamento, fino a questo momento, spiega proprio con i numeri e con gli effetti del gioco in campo l’unico periodo di appannamento dei partenopei, pagato, molto probabilmente, con almeno cinque o sei punti. In un campionato di questo tipo sono molti. Ad ogni modo, questa evoluzione, intesa in senso ampio e iniziata da più lontano, risponde alla simultaneità di tre meriti: il lavoro della società, la capacità dell’allenatore e le qualità dei calciatori. 

I tre elementi fondamentali per costruire una grande squadra. Pare che la fase difensiva dal punto di vista statistico sia il punto su cui ancora dover lavorare. In realtà, va precisato, il tipo di gioco del Napoli espone la squadra di Sarri a un diverso tipo di rischi difensivi. Alcuni, tuttavia, restano evitabili. La grandezza si completa riuscendo a trovare le giuste soluzioni anche per quelli.