Nel calcio non esiste riconoscenza. Con il clamoroso licenziamento di Claudio Ranieri dalla panchina del Leicester ne abbiamo avuto la riprova. "Volevo restare per sempre sulla panchina delle Foxes e invece questo resterà solo un sogno", parole che fanno male quelle del tecnico romano, pronunciate solo pochi mesi dopo la vittoria della Premier, protagonista di una delle favole più belle mai raccontate.

Claudio Ranieri con il tricolore sullo sfondo (Getty)

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Ma la storia non si cancella e le imprese resistono al trascorrere del tempo. Ecco perché ci sentiamo di dire che Ranieri non resterà a spasso a lungo. Anzi: proprio in queste ore sta circolando un'indiscrezione che lo (ri)vorrebbe in Serie A, su una panchina da lui già allenata con ottimi risultati, la Fiorentina. E allora apriamo il cassetto dei ricordi e andiamo a riguardare quella squadra ricca di campioni: da Toldo a Rui Costa, da Robbiati a LuLu Oliveira, fino a quell'argentino dal cuor di leone che rispondeva al nome di Gabriel Omar Batistuta.

Batistuta e Antognoni, due leggende della viola (foto Getty)

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Claudio Ranieri arriva sulla panchina viola nel 1993 e in quattro anni porta la squadra dalla Serie B fin quasi al tetto d'Europa. La svolta arriva nella stagione 95-96, quando la viola vince la Coppa Italia in finale contro l'Atalanta (1-0 all'andata e 2-0 al ritorno), vittoria che le permette di partecipare alla Coppa delle Coppe (ormai defunta), competizione tra le vincitrici delle rispettive coppe nazionali europee.  
Claudio Ranieri alla Fiorentina (Getty)

Ma il cammino in Europa è più duro del previsto: ai sedicesimi di finale la squadra di Ranieri supera i rumeni del Gloria Bistrita (1-1 all'andata, 1-0 al ritorno), agli ottavi i cechi dello Sparta Praga (2-1 all'andata, 1-1 al ritorno) e ai quarti i portoghesi del Benfica (2-0 all'andata, 0-1 al ritorno) spianandosi la strada verso la semifinale, dove la attende la vera favorita della competizione: il Barcellona di Figo, Stoichkov e un giovanissimo Ronaldo (O Fenòmeno).  

Ronaldo e Luis Figo (Getty)

E' il 10 aprile 1997 e il Camp Nou è vestito a festa per l'andata della semifinale. L'allenatore del Barça è un inglese sulla sessantina che diversi anni prima aveva condotto il semisconosciuto Ipswich Town dalla First Division alla vittoria in Coppa Uefa in finale contro l'Az: Sir Bobby Robson. A fargli da vice un giovanissimo portoghese, già suo secondo ai tempi dello Sporting Lisbona e destinato a una carriera da vincente: Josè (futuro Special One) Mourinho.

Al centro Sir Bobby Robson, a destra un giovanissimo Josè Mourinho (Getty)

E' la partita dei duelli: Rui Costa vs Figo, Oliveira vs Giovanni, ma soprattutto Batistuta vs Ronaldo. E proprio l'argentino è il pericolo numero uno, marcato a vista da Couto (ex Parma) e Nadal (zio del tennista Rafa) che sin dalle prime battute gli riservano un trattamento speciale con falli, calci e spintoni. Il motivo è presto detto: Bati-gol è diffidato e un'ammonizione per lui vorrebbe dire squalifica. Passano pochi minuti e accade l'irreparabile: Batistuta prova a frenare la sua corsa, ma entra fuori tempo su Roger, rovinando entrambi a terra: l'arbitro Heynemann non ha dubbi e combina il giallo. Tanti saluti alla gara di ritorno al Franchi.

La Fiorentina attacca, ma a pochi minuti dalla fine del primo tempo arriva la doccia gelata: punizione di Figo e stacco perfetto di testa di Nadal per l'1-0, con Toldo immobile. Sembra finita, ma Ranieri ha fiducia nel suo condottiero e fa bene: minuto 62, Batistuta riceve in area di rigore, stop di petto, palla avanti col ginocchio e botta di destro che Vitor Baia può solo sfiorare. I tifosi viola sono in visibilio e Bati-gol sfoga tutta la sua rabbia agonistica con zittisce i 100mila spettatori del Camp Nou. Un'esultanza che resterà scolpita nel cuore dei tifosi viola.  

La partita terminerà sul punteggio di 1-1 (con l'arbitro che fischierà la fine del match dopo un passaggio illuminante proprio dell'argentino verso Robbiati lanciato a rete). La Fiorentina, senza Bati, perderà il ritorno in casa per 0-2, lasciando che sia il Barça a passare il turno e vincere la finale contro il Psg. Magari senza quel cartellino giallo sarebbero stati Ranieri e Batistuta ad alzare la coppa a Rotterdam, chi può dirlo. 

Peccato che con i se e con i ma non si faccia la storia...