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Luca Caldirola, difensore centrale del Benevento, ha parlato nel corso di un'intervista concessa alla Gazzetta dello Sport. Il centrale sfiderà la sua ex squadra dopo aver segnato una doppietta all'esordio in Serie A con il Benevento.

Intervista a Caldirola

«Nel 2011 mi fece esordire in Champions con l’Inter, sabato gli ho dato questo “dispiacere”: fa parte del gioco, di certo lo ringrazierò per sempre».

Estero? 

«Il Werder non mi ha trattato bene, mi ero stancato. E avevo voglia di tornare: da italiano, volevo giocare prima o poi in A». 

Esordio?

«Non avrei mai immaginato di realizzare una doppietta, ma un gol me lo sentivo...».

Inter?

«Dagli 8 ai 20 anni ho indossato quei colori: è come se fosse la mia famiglia». 

Caldirola, ma se segnasse? 

«Non capita quasi mai: se mi togliete anche l’esultanza! Scherzi a parte, il sentimento per l’Inter non cambierà. Conservo tanti ricordi splendidi: l’esordio in Champions League contro il Cska è inarrivabile. Poi i campionati vinti, il Viareggio del 2008, le stagioni da capitano... La lista è lunghissima». 

I suoi riferimenti a Milano? 

«Parto da Ausilio, per me è una figura speciale: mi ha visto crescere, come Samaden. E non dimentico Materazzi: un esempio, come altri campioni con i quali ho avuto la fortuna di allenarmi nei periodi di Mancini e Mou. Che squadre pazzesche». 

Questa, invece, com’è? 

«Come rosa, la Juve ha qualcosa in più: alla lunga può incidere, ma l’Inter c’è. Ha giocatori super, lotterà per il primo posto». 

Sfiderà Lautaro e Lukaku. 

«Due top player, Romelu fa paura: spero non sia in giornata. Contro certi attaccanti non puoi sbagliare: se gli lasci un centimetro, ti colpiscono. Loro sono strafavoriti: per far bene dovremo essere concentrati per 90’». 

Voi avete iniziato alla grande. 

«La Serie A del 2017-18 è servita, ci torniamo con maggior consapevolezza. Inoltre la dirigenza sta facendo un bel mercato, la rosa è di ottimo livello. Siamo partiti bene con la vittoria di Genova, ma siamo all’inizio». 

La gerarchia per la salvezza. 

«Storicamente si pensa che le neopromosse abbiano qualcosa in meno, ma non sempre è così. Il club sta investendo, ci stiamo rinforzando e c’è grande fiducia. Inzaghi? È bravissimo, come mister e persona. Sente la partita, si agita come se fosse un giocatore. E sotto tanti di punti di vista, lo è ancora: ci capisce e sa gestire il rapporto con la squadra. Parla molto, anche al singolo. Questo è decisivo, certi risultati non sono casuali». 

Domanda non proprio scontata: la sua fede calcistica? 

«Da piccolissimo ero milanista, ma se entri a Interello (oggi centro “Facchetti”, ndr) a 8 anni e lo lasci a 20, beh... Come puoi non convertirti? Sono un tifoso dell’Inter, è nel mio cuore: spero riesca a vincere lo scudetto». 

Caldirola (Getty)
Caldirola (Getty)