Tutto vero: il Sassuolo, quarto in classifica con 12 punti, è ora una delle reginette del nostro campionato. E non solo, se si considera che i neroverdi, arrivati al 29 settembre, sono l'unica squadra del massimo campionato italiano a non aver ancora mai perso: un "record" condiviso con stelle europee del calibro di PSG, Bayern Monaco, Borussia Dortmund, Real Madrid, Celta Vigo, Ajax, Dinamo Kiev, CSKA Mosca e Villareal.

In poche parole, un progetto che adesso è già diventato modello: e punta, sin da subito, a traguardi che definire ambiziosi è eufemistico.

 

Ne aveva parlato qualche giorno fa a TMW anche l'ex bomber Riccardo Zampagna, che prima di una brevissima parentesi alla Carrarese aveva chiuso la carriera proprio al Sassuolo: "Ormai è una certezza della serie A e può fare sempre meglio, anche ambire allo scudetto: può essere quello che fu il Verona nel 1985, non è un’eresia". Parole che fanno il paio con quelle odierne del numero uno neroverde, Giorgio Squinzi, che a Radio Radio ha lanciato la bomba: "L'obiettivo del Sassuolo inizialmente era una salvezza tranquilla, adesso invece è di vincere il campionato. Calcoliamo che ci mancano almeno 4 punti per vicende varie, per cui penso che adesso potevamo essere in cima alla classifica. Penso che in futuro i veri valori verranno fuori. Sono sicuro che la nostra squadra, però, ha tanti titoli per poter fare bene quest'anno per alcuni elementi concreti". 

 

Il Presidente rendiconta del suo progetto, basato su calciatori italiani e continuità tecnico-tattica: "Tatticamente giochiamo allo stesso modo da ormai quattro anni, tant'è che 7/11esimi della squadra giocano insieme da allora. Abbiamo solo 2 o 3 stranieri, e questo incide molto: non so come fanno a capirsi gli altri allenatori con squadra strapiene di stranieri, a sostenere allenamenti in 8-9 lingue diverse. I fattori che giocano a nostro favore corrispondono a una strategia che abbiamo deciso a tavolino: italiani e giovani, possibilmente".

 

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