Il caso Tonelli-Denis continua a far discutere: ieri pomeriggio sono arrivate le decisioni del giudice sportivo che ha squalificato per cinque turni l'attaccante argentino, reo di aver rifilato un pugno negli spogliatoi al difensore, mentre il calciatore dell'Empoli è stato fermato per un turno a causa dell'espressione intimidatoria rivolta all'atalantino. Questo pomeriggio in conferenza stampa sono arrivate le dichiarazioni di Tonelli che ha raccontato la sua versione dei fatti.

 

GRAVI ACCUSE NEI MIEI CONFRONTI, VI SPIEGO I FATTI - "Quello che ho letto, che avrei minacciato Denis davanti al figlio nel tunnel, sono gravi accuse: anzitutto è falso, perché lui stava parlando a Sky, e poi ci sono persone che hanno visto che non ero nel tunnel ad aspettarlo. Mi chiedo come abbia fatto il Procuratore a scrivere quelle cose, come le abbia sapute. Erano passati venti minuti dalla fine, ero dietro la porta e sento Denis che mi chiama. Mi affaccio, lui fa finta di volermi parlare e mi dà un cazzotto sullo zigomo a tradimento. Io faccio un passo indietro e vado verso di lui, appena uscito dallo spogliatoio c'era Cigarini che mi ha fermato. Denis è tornato e mi ha dato due pugni in testa, ho spostato Cigarini e sono andato verso Denis. Mi ha fermato un dirigente dell'Atalanta e mi ha buttato in terra, si sono spente le luci e Denis è scappato.

 

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AGGUATO PREMEDITATO, NESSUNA MINACCIA - "E' una situazione spiacevole, sono deluso ed amareggiato. Sono tutte cose false, è questa la cosa che fa male. Vorrei capire dove ha tirato fuori il Procuratore quelle cose, sono venuti a chiederlo a me. Non possono farsi condizionare da chi è più potente. La minaccia? Neanche in campo. Marino mi ha dato del criminale? E' il motivo per il quale sono qua. Se la cosa fosse finita lì, se l'Atalanta non avesse tirato fuori questa storia, non avrei detto niente. E' un messaggio brutto che passa, io sono parte lesa e ci esco male. Cigarini? Mi ha chiamato sul pullman, ha giurato sui suoi figli che non c'entrava niente. Gli voglio chiedere: una persona che non c'entra niente non ha il tempo materiale di intercettarmi e di tenermi fermo. E' stato un agguato premeditato. Lui mi ha tenuto e l'altro mi picchiava. Quello che voglio è cercare di far capire che non mi permetterei mai di minacciare un padre con un figlio accanto".