I numeri non spiegano tutto, ma spesso ci azzeccano. E' stato un Milan inconcludente, probabilmente anche mal schierato quello che ha perso a Genova e che, in classifica, è ancora fermo a 9 punti. Frutto sì di tre vittorie, contro Empoli, Palermo ed Udinese, ma anche di tre pesanti sconfitte contro Fiorentina, Inter nel derby e appunto Genoa. Troppi gol subiti, troppi ancora gli errori commessi. Ma quanti in meno, o in più, rispetto allo scorso anno?


Già, perchè fino a giugno scorso, il problema del Milan, sembrava l'inesperienza di Pippo Inzaghi. Che certi sforzi sul mercato non li aveva neanche intravisti e che, al netto di una seconda parte di stagione per certi versi disastrosa, anche a causa dei numerosi infortuni, giocò una prima parte di stagione più che positiva. In termini di numeri, sicuramente più di quella di Mihajlovic: il Milan di Inzaghi, dopo sei giornate, era quinto con 11 punti, 13 gol segnati e 9 incassati, quello del serbo è decimo con 9 punti, 8 gol segnati e 9 incassati.

 

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Ma qual è, realmente, il problema del Milan di oggi? Difficile stabilirlo in maniera univoca, essendo probabilmente un mix di fattori a determinare un andamento sin qui deludente. Alcune scelte, come quella di De Jong mezz'ala o non chiedere a Bacca un piccolo sforzo per giocare anche a Genova non hanno convinto, così come il gioco, sin qui mal espresso, non è sembrato dei più fluidi. Serve invertire la rotta, e la prossima partita non è certamente delle più semplici: a San Siro arriverà il Napoli, ed una sconfitta getterebbe l'ambiente nello sconforto più totale. Mihajlovic deve reagire, il Milan è chiamato a rispondere.