In diretta Instagram con il solito Bobo Vieri, Alessandro Nesta si è raccontato a partire dal Mondiale vinto nel 2006 nonostante il suo infortunio: "Non lo sento mio al 100%. Quando ho vinto, ho giocato le partite più importanti e ci sono vittorie che sento di più; lì giocai solo due partite e un po' di un'altra. Comunque tutti contribuirono in quel gruppo, a partire dalle qualificazioni".

Sul passaggio dalla Lazio al Milan: "All'epoca avrei detto che non me ne sarei mai andato dalla Lazio, ma sono stato contento di esser andato al Milan. Dopo un'amichevole tra Lazio e Real Madrid venne Hierro da me che voleva portarmi in Spagna, ma gli dissi che ero un calciatore della Lazio. L'ultimo anno, però, non è stato facile. Lo spogliatoio è diventato un gran casino, io ero capitano ed ero anche nel consiglio d'amministrazione, mi dovevo occupare anche di questioni più grandi di me, delle quali a 26 anni non riuscivo a capire molto. Arrivai ad invidiare gli stranieri che erano un po' più distaccati. Andare al Milan è stata una liberazione e li sono anche riuscito a impormi in Europa". 

Le più grandi delusioni: "Un derby in cui ho fatto danni, io poi da romano lo sentivo ancora di più perché ci cresciamo; la finale degli Europei del 2000 e la finale di Istanbul col Milan. Mi sono fatto mille domande su quella partita".

Ora è un allenatore: "Mi manca giocare. I primi sei mesi li presi come una vacanza, poi mi sono esaurito, ero diventato insopportabile. Dopo un anno io e Materazzi infatti andammo a giocare in India: lui faceva la mezzala. Ora sfogo da allenatore, ma sono nato giocatore. In questo ruolo si hanno tante rotture, si devono fare anche cose che non piacciono però è bellissimo. Il Frosinone è una bella squadra, speriamo di ricominciare e lottare per la promozione. Inzaghi è stato bravissimo col Benevento. Mi piacerebbe allenare anche all'estero, i due anni a Miami sono stati bellissimi. Negli Stati Uniti è un altro mondo, si tirano su gli stadi in un anno e mezzo e gli investimenti sono subito pronti".