Intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, l'attaccante del Genoa Junior Messias si è raccontato a trecentosessanta gradi, ammettendo anche di aver pensato al ritiro dal calcio giocato.

Genoa, le parole di Junior Messias

"Dopo un buon ritiro e tutte le amichevoli disputate, subito i gol all’esordio in Coppa Italia e alla prima in campionato contro l’Inter. È arrivato un infortunio all’apparenza non grave, da tre settimane di stop. Sono diventati cinque mesi, un periodo difficile, ogni mattina mi svegliavo e sembrava che non potessi più giocare a calcio. Non era come la rottura di un crociato. Sai che dopo sei mesi tornerai in campo. Ho sofferto tanto, anche perché vedevo la squadra in difficoltà, c’erano tanti infortunati e non potevo dare una mano. Tante volte ho pensato di lasciare e iniziare una nuova vita fuori dal calcio: alla fine, però, abbiamo trovato la soluzione".

Il rapporto col Genoa

"Al Genoa sto benissimo: in gennaio avevo ricevuto una proposta, ho parlato con la società, ma qui sto bene, anche se non vorrei mai diventare un peso. Di questa stagione, mi porterò dietro il mio bell’inizio, anche se ora devo cercare di finire bene. Nel periodo in cui ero fermo non riuscivo ad essere me stesso. Anche ora, dopo il rientro, a volte ho paura di fermarmi di nuovo e soprattutto in queste prime partite cerco di dosare il carico di lavoro. Ma se devo accontentarmi di giocare mezz’ora, preferisco smettere".

Gli obiettivi

"Io voglio fare bene, inseguo la gioia dei tifosi, è questo l’aspetto più bello del calcio. Che, oggi, è diventato troppo meccanizzato, sembra una Playstation, mentre a a me piace saltare l’uomo per far divertire la gente. I bambini, i tifosi cercano questo, per questa ragione il Brasile è il Paese del calcio. Finché posso divertire andrò avanti, penso di farcela ancora per 4-5 anni. Quando tutto ciò diventerà pesante, sarà l’ora di lasciare.

Noi giocatori viviamo a giornate: se segni, sei il più forte del mondo. altrimenti diventi normale o addirittura scarso. Non ho più Instagram, non mi dà da mangiare. I social sono insopportabili, parlano di una vita virtuale, io voglio vivere la mia. Vorrei tornare al tempo in cui i bambini giocavano per strada e non usavano il cellulare".

Il futuro

"Devo parlare con la società, c’è un’opzione, valuteremo. Grazie a Dio i miei genitori mi hanno insegnato che l’onestà è la prima cosa. Devo capire da qui a fine campionato se riuscirò a dare continuità alle mie prestazioni: mai mi era capitato in carriera di stare fuori più di due mesi, anche quando giocavo nel Milan. Non ci ero proprio abituato".