La scomparsa di Diego Armando Maradona ha toccato le corde più profonde del mondo del calcio, evocando dolci ricordi anche in chi in tutta la carriera lo ha avuto come avversario, sia nei club che in nazionale, come Carlo Ancelotti.

Il rivale più forte

L'attuale allenatore dell'Everton non si è sottratto alla domanda sulle emozioni provate dopo la morte del Dio del calcio Maradona. E ci ha tenuto a sottolineare come sia stato per distacco l'avversario più forte mai affrontato:

"Ho bei ricordi del mio rapporto con lui. Era un grande uomo ed è stato il nostro migliore rivale. È una grande perdita per il calcio, anche se la sua memoria e il suo percorso in questo sport vivranno in eterno. Ha dato una spinta incredibile alla crescita del calcio italiano".

Mano de Dios e non solo

Carletto, che ha vissuto sulla propria pelle quello che Maradona è stato a Napoli quando ha allenato la squadra azzurra, ha parlato anche delle gesta incredibili del Pibe de Oro:

"La Mano de Dios? Era fallo di mano ma nessuno l'ha visto. Diego non si spiega solo con quella giocata. Io c'ero in quel Mondiale, lo ha vinto da solo, anche se aveva grandi compagni. Non ho dubbi: dobbiamo ricordare tutto quello che ha fatto in Messico con la palla, non solo quello che è successo contro l'Inghilterra e quell'episodio".

Carlo Ancelotti sulla panchina dell'Everton (Getty)
Carlo Ancelotti sulla panchina dell'Everton (Getty)