Eppure ci sarebbe anche una statistica interessante, relativa a Felipe Melo, che nelle ultime nove giornate non ha ricevuto un cartellino e nemmeno commesso un fallo (sebbene a Genova rifilò un calcione a Laxalt, non sanzionato per concedere il vantaggio al Genoa). Una statistica, seppur arrivata in una fase calante della sua carriera anche se pur sempre rappresentativa, che forse smaschera una reputazione fatta di luoghi comuni, anche se condita da 'colpi di testa' improvvisi e che hanno alimentato il mito di un Felipe Melo combattente in mezzo al campo di calcio. Che, a quanto pare, sarebbe potuto non essere il luogo dove esercitare la propria professione ed applicare la propria grinta.
Intervistato da Sky, Felipe Melo ha infatti rivelato uno sliding doors piuttosto scioccante relativo alla sua vita. Non prima però di aver ringraziato Mancini e ripercorso la sua carriera: "Mancini mi ha fatto vincere al Galatasaray, mi ha portato a Milano e ora ho un rapporto incredibile con lui, tanto rispetto e lo ringrazio per avermi voluto all’Inter. Sono venuto qui per vincere e riportare l’Inter in Europa, ma il vero obiettivo è tornare in Champions. Abbiamo già fatto meglio dell’anno scorso ma i conti li faremo alla fine".
"In Italia sono arrivato subito in una grande società come la Fiorentina, sono rimasto legato a quella piazza e lo sarò per sempre, un rapporto incredibile, un’esperienza molto importante. Poi mi hanno venduto alla Juve, dove non si è vinto nulla e per quello sono partito per la Turchia".
MA AVREI POTUTO FARE IL KILLER... - "Se non fossi diventato un calciatore sarei diventato un assassino perché vivevo in una delle favelas più pericolose, girava droga e armi, ho lasciato quella vita per andare a lavorare, inseguire un sogno".