La leggenda interista Sandro Mazzola si è raccontato in un'intervista al Corriere della Sera partendo dal primo ricordo: "Bacigalupo. Stadio Filadelfia, entro vestito da Toro con mio padre, lui mi poggia la mano sulla sinistra, la porta sembra piccola e Bacigalupo enorme ma poi io tiro da una parte e lui si butta dall'altro. Faccio il giro di campo esultando. Sogno ancora di giocare con lui e penso che lo farò dopo questa vita".

Poi la tragedia di Superga e il piccolo Sandro non ne seppe nulla all'inizio: "Non me lo dissero. La compagna di mio padre mi rapì, anche se non so se per avere l'eredità o perchè amava troppo mio padre. Poi mi riprese mia madre e io scoprii di avere un fratello, Ferruccio. E mi dicevano che mio padre era in viaggio, poi un giorno mi misi sotto al tavolo e scoprii che mio padre non sarebbe più tornato".

Dalla morta del padre all'Inter: "Nella finale di Coppa Campioni mi incantai a guardare Di Stefano. Non ho mai visto uno più forte, forse solo Ronaldo prima dell'incidente. E tutti mi dicevano che ricordava mio padre. Alla fine feci due gol, volevo chiedergli la maglia ma mi fermò prima Puskas che disse che aveva giocato con mio padre. Mi disse che ero alla sua altezza, non era vero, ma fui felicissimo".

Herrera e il doping: "Vero ci dava una pastiglietta che noi sputavamo, poi iniziò a scioglierle nel caffè. Non ne avevamo bisogno, ma erano pratiche correnti all'epoca. Ma il suo doping era anche psicologico, prima della finale con il Benfica ci fece credere che Eusebio era una pippa. Invece era più forte di Cruijff".

Mazzola, bandiera dell'Inter, poteva finire al Milan o alla Juve: "Rocco mi voleva, ma i dirigenti dell'Inter non mi presero sul serio quando glielo dissi e scherzando dissero che loro volevano Rivera. 

Alla Juve potevo andare nel '67, il ciclo era finito e l'avvocato agnelli mi offrì un sacco di soldi. Chiesi consiglio a mia madre e lei mi disse così: "To pà se rivolta ne la tomba! El fioeu del capitan del Toro giuga ne la Juve! L’è no pusibil!"