Il direttore sportivo del Parma, Marcello Carli, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di ParmaLive.com focalizzandosi sul mercato e sulle condizioni di alcuni calciatori crociati. Queste le sue dichiarazioni.
 

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Su Inglese

“Se si vogliono analizzare le cose seriamente bisogna andare a cercare le ragioni. Se si cercano queste ragioni poi possono diventare alibi, e io alibi non ne voglio. Inglese è un ragazzo che l’anno scorso ha avuto un infortunio pesantissimo, che poteva mettergli a repentaglio la carriera. L’anno scorso ha fatto sei partite sul finale, quest’anno ha fatto la preparazione all’inizio perché non c’è stata in estate, si è fatto male ad un polpaccio perché ha forzato in allenamento e ha avuto il Coronavirus per quindici giorni: Inglese sta facendo quello che può fare, perché era impensabile facesse più di quanto non stia facendo. Sta seguendo il percorso giusto, ha bisogno di tempo. 

Mercato? Io cerco sempre di ragionare logicamente. Inglese è stato l’investimento più importante del Parma, tolta l’era Tanzi. E’ stato un investimento per un attaccante che ha fatto vedere cose importanti, ma ad un prezzo per una squadra che lotta per salvarsi fuori da ogni logica. Io non ho mai avuto la fortuna di avere la possibilità di prendere un centravanti sopra ai venti milioni lottando per salvarmi. Inglese sta recuperando e ora vede la luce, è stato fatto un investimento straordinario e lo stiamo preparando perché torni il calciatore che era. Se ce ne priveremo lo faremo perché sarà arrivata un’offerta importante, altrimenti sarebbe una follia. Credo rimarrà a Parma e spero sia l’acquisto più importante per il Parma”.

Su Cornelius

"È partito e tutto, è andato in nazionale e si è fatto male. Abbiamo giocato le prime quattro partite senza punte. Poi, giustamente, uno può dire che anche gli altri hanno assenze, e io infatti non ho nulla da dire. Il percorso che stanno facendo questi due ragazzi è normale, in questo momento stiamo facendo fatica a sorreggerli. La squadra forte di mentalità e di identità sorregge anche i ragazzi che vanno aspettati e che stanno rientrando, in questo momento si fa più fatica. Il loro percorso è normale, anche l’anno scorso c’erano problematiche: non è che Inglese l’anno scorso abbia fatto 25 gol e ora ci chiediamo come mai stia facendo fatica. Ha un percorso da fare, si allena con continuità, così lui come Cornelius, li vedo crescere di partita in partita. Hanno bisogno di tempo per tornare quelli che sono. Ci sono tanti ragazzi nuovi, si sono presi dei ragazzi che forse speravamo fossero un pochino più pronti a dare una mano, e in questo momento devono ancora capire il calcio italiano”.

Sui nuovi acquisti

“Esattamente: cambiando la politica con il nuovo presidente – che, per inciso, ai tifosi del Parma dovrebbe solo che fare stare tranquilli pensare ad un presidente che voglia soltanto giocatori di proprietà che si possano valorizzare – abbiamo dovuto cercare talento all’estero, perché non c’era altro modo. Poi abbiamo avuto anche la possibilità di pagarli con sgravi fiscali, con il decreto che ci avvantaggia, e ci sono state situazioni che ci hanno avvantaggiato, ben consci di due problematiche: che l’inserimento ha bisogno di tempo e che di tempo ne abbiamo poco. Dovevamo avere la serenità di aspettarli. Tra l’altro due di loro, Mihaila e Busi, sono arrivati con problemi: abbiamo fatto riunioni per valutarli, sapevamo che sarebbero potuti essere importanti per il Parma e abbiamo deciso di prenderli comunque anche se sarebbero dovuti stare un mese fermi. Abbiamo preso Mihaila che aveva la pubalgia, ora sta bene, non sente più dolore e avrà bisogno di un’altra ventina di giorni per essere a disposizione.

E abbiamo preso Busi, che aveva un problema dopo che nell’ultima partita con lo Charleroi si era stirato. La storia è questa, noi abbiamo cercato ragazzi all’estero con grande talento e che sono convinto verranno fuori. Ti potrei fare il nome di cinquanta giocatori, a Cagliari, ad esempio, abbiamo investito su Walukiewicz un anno e mezzo fa, e dopo sei mesi aveva grande difficoltà, così come lo scorso anno: oggi è il centrale giovane che sta facendo meglio nel calcio italiano. I ragazzi hanno bisogno di tempo”.

Su Kulusevski

“Un giocatore così manca a tutti. Per me sta facendo bene Karamoh, anche con il Crotone ha avuto due palle per segnare ma Kulusevski forse era più pronto per segnare. Ma Karamoh quante partite ha fatto l’anno scorso? Una con l’Inter in cui fece bene, una con la Fiorentina in cui si è fatto male e poi altre cinque. Il Parma ha investito nove milioni per lui l’anno scorso, una società seria deve valorizzare quanto speso. Il Parma ha speso sette milioni per Pezzella e l’anno scorso ha giocato tre partite. Un dirigente è un dirigente, se si spendono quindici milioni per due ragazzi e non ci si crede è una follia. Non possiamo sperperare un patrimonio e questo patrimonio ha bisogno di sbagliare qualche gol, qualche scelta, ma il ragazzo sta crescendo a livello di impegno, si sta sacrificando molto. Se avessi preso uno più pronto magari avrei rischiato meno”.

Su Gervinho

 “È una situazione particolare. Il Parma era convinto di averlo già venduto l’anno scorso, tant’è che prese Caprari investendo una cifra importante nel mercato di gennaio. Gervinho aveva deciso che la sua esperienza era finita e poi non trovò l’accordo con l’altro club. Dovremo capire la sua volontà. Io lo vedo tranquillo e sereno, dispiace non sia venuto a Crotone ma aveva una lesione che si era procurato con uno scatto nella partita con la Juve. Gervinho si sta allenando bene, ad oggi non ha dato segnali, poi cosa succede tra quindici giorni non lo sappiamo”.

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