Ancelotti, a inizio stagione, l'aveva annunciato: dal centro destra dell'area di rigore avversaria, tutte le punizioni sarebbero state calciate da Milik. Che ha subito contraccambiato il favore: eppure in carriera il polacco ne aveva segnato solo 2 (uno nel 12-13 e uno nel 15-16), per poi rifarsi, e con gli interessi, in maglia Napoli, dove però prima di questa investitura non aveva mai trovato il +3 da fermo.

In questa particolare classifica l'ex Ajax è peraltro l’unico giocatore ad aver segnato fin qui questo primato. E nella storia del Napoli, in verità, è ormai dai tempi di Maradona che non si vedeva un cecchino del genere.

2 gol nel 2016-17, 1 nel 2013-2014 e 1 nel 2017-2018 per Mertens su calcio di punizione (in campionato).

2 gol nel 2015-16 per Insigne, sempre su calcio di punizione (in campionato). Due gol, ma in due stagioni diverse, per Lavezzi; stesso discorso per Cavani; Higuain, Ayala, Fontana, Inler, Stellone, Quagliarella, Denis, Bellucci, Gargano, e Hamsik 0; 1 per Bogliacino, Cruz, Fonseca e Callejon (nel 2013-2014); Calaiò tre ma in tre stagioni diverse; nessuno per Gabbiadini (che ne segnò 2 per due stagioni di fila, all'epoca della sua prima militanza sampdoriana).

Per Milik, invece, nel 2018-19 siamo già arrivati a quota 3 (contro Cagliari, Lazio e Parma): numeri impressionanti, quelli del polacco, che ora insegue, nell'epoca post maradoniana (Diego segnò 14 gol in totale su punizione in A), Gianfranco Zola che nel 1992-93 ne segnò ben 4 in un campionato (a Foggia, Milan, Fiorentina e Lazio). Ce la farà a raggiungerlo e, magari, superarlo, per diventare il miglior tiratore di punizioni del Napoli post Maradona?