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 Walter Zenga, ex portiere di Inter e Nazionale, ha parlato degli errori di Szczesny nel corso di un'intervista concessa al Corriere dello Sport. Il tecnico ex Cagliari si è schierato dalla parte del portiere della Juve. 

Intervista a Zenga su Szczesny

Errori?  «Se alla prima partita di campionato, dobbiamo cambiare un portiere per un errore… Facciamo i bravi, dai, non scherziamo! Come chi mette in discussione Handanovic…». 

 Come giudica gli episodi di domenica? 
«E’ molto semplice, sono due situazioni completamente separate. Il primo è un errore da portiere, classico; il secondo non c’entra nulla con il ruolo. Oggi i portieri giocano, bisogna rispettare il pensiero di ogni allenatore e vedere se preferisce un portiere più tecnico o uno che faccia il portiere e basta».

  
Lei da che parte sta? 
«E’ un’idea e come tutti i punti di vista vanno rispettati, non ci vedo assolutamente nulla di sbagliato. Ridarei al ruolo un po’ la sua identità: il portiere faccia il portiere poi se è bravo anche con i piedi, meglio. Ma è come scegliere un numero uno piuttosto che un altro. Faccio un esempio: a Guardiola interessa un portiere bravo con i piedi e sceglie Ederson; a Simeone no e punta su Oblak.Ma non si può dire che Oblak sia meno forte di Ederson, sono soltanto scelte differenti».  

Zenga sul gioco


Non si sta esasperando la ricerca della costruzione dal basso? 
«Non è mica da ieri che si gioca con i piedi, è da quando giocavo io che è stata introdotta la regola. Ma siamo sempre lì: se consideriamo il secondo errore di Szczesny un errore da portiere, sbagliamo. E pure il rosso a Dragowski è un’estremizzazione del ruolo: Italiano gioca con la difesa alta e il portiere si prende qualche rischio. Succede e succederà ancora». 

Zenga su Donnarumma


Sui social, però, molti tifosi juventini già rimpiangono il mancato acquisto di Donnarumma… 
«Allora, se parliamo di tecnica, di calcio, va bene. Ma non andiamo a toccare i social per favore. Lì c’è di tutto, anche chi non è all’altezza di giudicare il lavoro di uno Szczesny, di un Allegri». 


Gigio, intanto, è finito al Psg 
«E’ un opportunità che ha colto e fa parte della vita, non gli si può dire niente. Certo, non è andato via da una squadretta ma da un club eccezionale come il Milan ed ora gioca con Mbappè, Messi e Neymar. Come dico sempre: cambiano i giocatori, gli allenatori; ciò che rimarrà sempre sono le squadre e i tifosi».