Fikayo Tomori può esultare. Il centrale del Milan, grande protagonista nell'annata che ha portato allo scudetto, ha parlato della stagione rossonera ai microfoni del "Corriere dello Sport".

Sulla festa scudetto

"In questo momento faccio fatica a esprimere con le parole quello che sento. Dentro di me ci sono tante emozioni. Mi viene da dire che abbiamo lavorato una stagione per vincere questo scudetto e ci siamo riusciti. E’ il mio primo titolo con il Milan e mi auguro sia soltanto l’inizio".

Sul Milan favorito

"In realtà noi sapevamo sin dall’inizio di essere forti e che potevamo vincere. Quando sono arrivato, un anno e mezzo fa, eravamo primi in classifica e avevamo come obiettivo un posto in Champions. L’abbiamo raggiunto, ma senza prenderci lo scudetto. E’ stato naturale, quindi, cominciare questa nuova annata con il proposito di portare a casa un trofeo. Ripeto, è una sensazione bellissima. E mi fa ancora più piacere, perché qui mi trovo alla grande. Mi riferisco alla società, ai miei compagni e pure alla città".

Sul ciclo Milan

"Adesso sappiamo cosa ci vuole per vincere. Quindi dobbiamo andare avanti allo stesso modo anche il prossimo anno. Vogliamo confermarci campioni, conquistare più trofei possibile e fare meglio in Champions. Avremo ancora più fame e saremo ancora più forti, ne sono sicuro".

Sulle competizioni europee

"Penso all’esperienza, ad una qualità maggiore, magari qualche giocatore in più. Serve tutto: anche la fortuna e certi arbitraggi... Avremmo già voluto ottenere di più in questa stagione, perché ci sentivamo comunque all’altezza. Peraltro era trascorso tanto tempo dall’ultima volta del Milan in Champions. Ma l’anno prossimo arriveremo all’appuntamento ancora più preparati e sono convinto che riusciremo a fare meglio".

Sulla differenza con la Premier

"Fondamentalmente, è soprattutto una questione di intensità. In Inghilterra ce n’è molta di più. E c’è anche più corsa. Ma in Italia c’è maggiore tattica e si lavora innanzitutto come squadra e come reparto, prima che individualmente. Per il resto non ci sono tante differenze, solo piccoli dettagli, nulla di sostanziale".

Sulla gara svolta nel campionato del Milan

"Quella contro l’Inter sicuramente. Ma penso anche a quella con la Lazio. Sono stati diversi i momenti in cui abbiamo avuto la forza per reagire alle difficoltà e portare a casa il risultato. La più difficile? Quella persa in casa con il Napoli, perché era il mio compleanno... A parte gli scherzi, è stata più difficile quella vinta al Maradona e poi quelle con l’Inter e con la Juve. E non dimentico nemmeno le sfide con l’Udinese: sono molto fisici ed è difficile metterli sotto".

Su Pioli

"Mi dà sempre tanti consigli, mi aiuta quando capita di commettere qualche errore. E’ stato molto importante per me. Ma vale per tutto il gruppo. Con un allenatore come lui, sei portato andare tutto sul campo".

Sulla difesa del Milan

"Che si tratti di fase difensiva o di quella offensiva resta comunque un lavoro di squadra, non soltanto di un reparto o di uomini. Il lavoro è il vero segreto. E noi ne abbiamo fatto tanto. E’ da questo impegno, da questa applicazione sono nati i miglioramenti. Ammetto che nelle ultime 10-11 partite effettivamente il livello della nostra difesa è stato davvero altissimo. E, nel momento in cui non incassi gol, avendo davanti gente come Leao o Giroud che è in grado di segnare in ogni momento, allora tutto diventa più facile".

Su Ibrahimovic

"E’ un giocatore fantastico. Ci ha aiutato tanto. Ma la decisione sul futuro spetta unicamente a lui".

Tomori (Getty)
Tomori (Getty)