Si fa sempre più complicata la situazione a Parma. Passano le ore e non si intravede la luce in fondo al tunnel: i bonifici non arrivano, Manenti è sempre più assente e non si fa sentire. Alzano la voce, invece, i calciatori: ieri sera Alessandro Lucarelli è stato ospite della trasmissione Sky Football Night. 

 

GHIRARDI E' SCOMPARSO - "Non lo abbiamo più visto e sentito. Fa rabbia risentire le sue parole di quando arrivò a Parma. E’ da luglio che non prendiamo lo stipendio (senza contributi, tra l’altro). Da novembre non si è più parlato di calcio nello spogliatoio. Abbiamo cercato di concentrarci solo sulla partita della domenica, ma inevitabilmente ci sono pensieri che un giocatore si porta anche in campo: quando arrivano gli stipendi, chi c’è dietro a tutto questo, cosa succederà".

 

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REGOLARITA' DEL CAMPIONATO A RISCHIO - "Noi non garantiamo niente a nessuno. Se non ci sentiamo tutelati siamo pronti a tutto, ormai non abbiamo niente da perdere. Tavecchio ha detto che giocheremo sicuramente? Forse non ha capito qual è la nostra reale situazione. Non vogliamo essere presi in giro: se non saremo tutelati, la regolarità del campionato sarà messa in discussione. Nessuno si è interessato del Parma, solamente qualche giorno fa sono venuti perché era nata la possibilità che non avremmo giocato domenica. Bisogna capire se il loro interesse era solo per la buona riuscita del campionato o realmente erano interessati ai nostri problemi. Sicuramente anche loro sono responsabili per aver fatto sì che la società finisse in questo modo; avevano avuto molti segnali per capire che avevamo dei problemi, ma hanno fatto finta di niente e si sono girato dall’altra parte. Ora si sono accorti che c’è un problema, ma è tardi".

 

SITUAZIONE CRITICA, MA NON PER NOI CALCIATORI - "Noi giocatori possiamo permetterci di stare qualche mese senza stipendio, ma qui ci sono famiglie che con quei soldi ci devono mangiare. Sotto l’aspetto economico è una situazione drammatica. Sui giornali leggevamo che ogni giorno arrivava qualche giocatore (226 tesserati ndr), non capivamo l’utilità di tutti questi acquisti. Ci siamo sentiti soli e abbandonati soprattutto dalle istituzioni e dagli organi federali".