Francesco Totti, ex attaccante della Roma, è intervenuto questo pomeriggio in una diretta instagram con Damiano “Er Faina”, noto tifoso della Lazio.

Er Faina nei panni di conduttore della diretta, ha posto alcune domande a Totti a partire dal ricordo dello Scudetto del 2001 in giallorosso: "Quella giornata è iniziata di sabato. È difficile da spiegare. Per un tifoso come me, dopo 20 anni che aspettavamo quel giorno c’era paura. Non ho dormito tutta la notte".

Il Real Madrid e il Milan

"Il mio sogno è sempre stato quello di restare a Roma. Il Milan mi ha corteggiato già prima che esordissi con la maglia della Roma. Venne Braida a casa e mi voleva al Milan a tutti i costi.

Nel 2004/05 Florentino Perez voleva che andassi a tutti i costi al Real Madrid. È mancato un capello, era quasi tutto fatto. Volevo che i Sensi comprassero i campioni, c’è stato un po’ di contrasto. Guai a chi me lo tocca, però, Franco Sensi".

Capitolo derby

"Belli quelli in cui ho segnato. Quando ho segnato non ho mai perso. Il più bello è stato quello del 5-1. Il più brutto quello del 26 maggio, uno dei peggiori che abbiamo giocato. C’era la paura di giocare, una tensione in campo e fuori. Sarebbe bello giocarne un altro simile... Della Lazio il giocatore più forte contro cui ho giocato è Nesta. Per me lui è il simbolo della Lazio, oltre che uno dei difensori più forti del mondo".

De Rossi al derby travestito

"Nell’ultima conferenza ho detto che non ci sarei andato travestito ad un derby, ma che un giorno ci sarei andato normalmente".

Il calcio a Balotelli

"Sono permaloso, poi ho sbottato. Nel campo da gioco, a volte, è difficile gestire la testa. E’ stato un accumulo di molte cose e partite giocate in passato. Poi il mister non mi aveva fatto giocare in campionato. Quando sono entrato non ci ho visto più e, sbagliando, ho fatto un gesto che non avrei voluto fare. Però, mi dispiace e gli ho chiesto scusa".

La vita da calciatore a Roma

"Prima e anche ora invivibile. Prima era impossibile, diciamo così. Io ho un rapporto con le persone extracalcistico, è come se fossimo tutti di casa. Io pensavo che smettendo si sarebbe attenuato tutto e, invece, è il contrario. Anche quando vado all’estero mi vedono come un’icona, anche i tifosi delle altre squadre. Prima mi rompevano le palle perché ero un avversario, ora sono quasi il beniamino di tutti. Però, mi gratificano a dire la verità. A Napoli o a Bergamo prima mi massacravano, ora è come se fossi uno di loro".

Il mancato rinnovo di contratto con Pallotta

"Non mi ha detto nulla, me lo ha fatto arrivare diciamo. Mi dispiaceva perché quello che ho fatto io per la Roma è stato tanto e avrei voluto avere più rispetto, anche perché ho sempre rispettato tutti. Però mi è arrivata questa chiamata e per me erano rimaste le ultime due partite, mi è crollato il mondo addosso. Anche se stavo agli sgoccioli e lo sentivo, pensavo di meritare più rispetto". 

Il rigore contro l’Australia al Mondiale 2006

"Il pallone pesava tantissimo, il portiere era enorme e la porta piccolissima. Sembrava la porta di subbuteo. Quando mi sono avvicinato alla palla si sono allontanati tutti. Chi si girava o allacciava gli scarpini. C’era una prateria".

Su Cassano 

"Ha sfruttato il 40% del suo potenziale a Roma. Lui è un matto in tutto e per tutto, ma allo stesso tempo una persona squisita sulla quale puoi contare al mille per mille. Mi è dispiaciuto quando è andato via, era l'unico che poteva fare le cose che facevo io in campo".

Il più grande attaccante

"Ronaldo il fenomeno per me è stato il top del top, su tutti i punti di vista. Senza nulla togliere a Messi o CR7".