La Roma domani sarà impegnata in Europa League contro il Viktoria Plzen. Alla vigilia della gara, come di consueto, mister Gian Piero Gasperini è intervenuto in conferenza stampa. Ecco le sue dichiarazioni:

Roma: le parole di Gasperini

"Quella di domani è una partita importante perché abbiamo bisogno di vincere per risalire in classifica. Questo è un girone sicuramente non tra i più semplici, considerando il livello della competizione, quindi dobbiamo cercare di ottenere punti partita dopo partita per migliorare la nostra posizione. Come ho visto già lo scorso anno, con questa nuova formula la classifica è sempre molto corta: tra la qualificazione, il nono posto, il ventiquattresimo e i primi otto la differenza di punti è davvero minima. Ogni partita, dunque, diventa fondamentale sotto questo aspetto. La cosa più importante per noi, però, è tornare a vincere dopo la sconfitta contro il Lille".

Gasperini sulle condizioni di Angelino

"Su Angeliño c’è il comunicato medico: stanno effettuando degli accertamenti e non posso entrare nel merito. Dovete fare affidamento a quanto riferiscono i medici. Tutti ci auguriamo che possa essere disponibile al più presto. Per il resto, incrociando le dita, in questo momento siamo praticamente tutti a disposizione".

Gasperini sul ritorno di Bailey

"Per me – e mi ripeto per l’ennesima volta – i titolari sono tutti quelli che giocano: sia chi parte dall’inizio sia chi subentra. Chi va in campo è un titolare. Purtroppo, oltre a quelli consentiti dal regolamento, gli altri non possono giocare. Nel caso specifico, è difficile che possa partire dall’inizio, perché è stato fermo a lungo. In questo momento la cosa più importante è che sia guarito dal punto di vista fisico. Andrà recuperato con calma: ci vorrà qualche settimana, non so esattamente quante, per farlo arrivare alla migliore condizione possibile. Però, per spezzoni di partita, è sicuramente in grado di giocare".

Gasperini sulla fase offensiva della sua Roma

"Credo invece che proprio la partita con l’Inter ci abbia dato una fiducia diversa. Come dice lei, abbiamo tirato dieci volte da dentro l’area contro una squadra forte come l’Inter, che difende molto bene: è un segnale importante, soprattutto rispetto ad altre partite in cui avevamo costruito meno. Poi, certo, dobbiamo migliorare nella qualità dei tiri e nella precisione, ma abbiamo giocatori come Dybala, Bailey (quando rientrerà), Soulé e Dovbyk che hanno le qualità per farlo. Lo stesso vale per altri: ad esempio, di testa abbiamo creato situazioni pericolose con Hermoso, Ndicka, Cristante e anche Zeki. In generale, diversi giocatori hanno avuto occasioni per andare al tiro, e questo è già un primo passo. È chiaro che possiamo essere più precisi, ma contano anche gli episodi: nelle ultime due gare in casa abbiamo perso per dettagli, tra rigori e occasioni a porta vuota. Non è solo una questione di qualità, ma anche di momenti. Tuttavia, se la squadra riesce ad arrivare con continuità al tiro e a creare molte occasioni da gol, credo sia un segnale molto positivo".

Gasperini sugli attaccanti

"Il turnover tra gli attaccanti sono ormai una necessità in tutte le squadre, in Italia come in Europa. Basta osservare le sostituzioni che vengono fatte: domenica, per esempio, nell’Inter è entrato Esposito, e così accade in ogni partita. Con le cinque sostituzioni, almeno un paio riguardano quasi sempre il reparto offensivo. È l’effetto del calcio post-Covid, da quando è stato introdotto questo nuovo regolamento. Per questo non si può più parlare di titolari e riserve: i titolari sono quelli che vanno in campo, e le scelte possono variare di volta in volta. Giocando ogni tre giorni, c’è la possibilità – nell’arco della stessa partita – di coinvolgere più giocatori, perché le gare vanno valutate nei 90 minuti e non solo nei singoli spezzoni. In attacco, in particolare, è il reparto in cui si interviene più spesso: basta guardare il mercato di tutte le squadre o i tabellini delle partite per rendersene conto. Le sostituzioni in avanti servono sia quando devi rimontare una gara, sia quando vuoi chiuderla. È una tendenza ormai strutturale del calcio moderno".