Massimo Moratti a 360 gradi. In vista della super sfida con la Juventus, l'ex presidente dell'Inter ha rilasciato una lunga intervista al "Corriere dello Sport". Di seguito i passaggi principali.

Su Inter-Juventus

"Inter-Juventus per noi interisti è la partita, procura sofferenza, mi faceva star sveglio la notte. Calciopoli ha esasperato il concetto di simpatia. Oggi vivo quella partita con molta più serenità, meno passato e più presente, l’emozione è gestibile. Sono un tifoso meno sofferente… prima di entrare allo stadio. Inter-Juventus del 1998 è stata la partita che ha guastato il rapporto. Quella partita col VAR? sarebbe stato uguale, perché dietro alla tecnologia ci sarebbe stata gente che la pensava allo stesso modo".

Sulle Inter del passato

"L’Inter alla quale sono più legato? Offenderei chi ha vinto tutto se ne indicassi una diversa da quella del triplete. Quella di Ronaldo, Zamorano, Recoba e Djorkaeff, però, mi è rimasta nel cuore. Il calcio per me, al di là della passione, era la distrazione da altri pensieri. Con il calcio i sogni vengono facili. Come quando compri un giocatore e immagini che segni il gol dell’anno dopo due secondi e mezzo, ti aspetti sempre nuove meraviglie. Ad ogni modo l’Inter-Juventus indimenticabile per me è quella del 16 aprile 2010, il 2-0 con go di Maicon che fu definito iconico".

Sugli acquisti da presidente

"Mi piaceva pensare a come avrebbe potuto essere, prendere l’Inter non era neanche tra le mie intenzioni. Come avrei fatto, chi avrei venduto, chi avrei comprato, questo risposi. Comprare ho comprato, vendere non mi veniva bene… però Ronaldo e Ibrahimovic furono grandi operazioni. Il Ronaldo del ’98 non è descrivibile con accenni umani, era baciato da Dio".

Sul possibile ritorno

"Mi hanno chiamato spesso, anche di recente. Una sconfitta dell’Inter e scatta la chiamata. Ma è una strada che non è più percorribile".

Moratti (Getty)
Moratti (Getty)