Paulo Fonseca elogia il Napoli. In vista dell'amichevole di questa sera, il tecnico del Lille al "Corriere dello Sport" ha parlato del momento d'oro degli azzurri e di altri temi relativi al calcio italiano che lui conosce bene, avendo allenato la Roma.

Sul Napoli

«Il Napoli sta andando fortissimo. Sia in Serie A che in Champions. È la dimostrazione di una strategia intelligente. Si può vendere giocatori importanti e migliorare. Non sempre i club lo capiscono. Scudetto? Per quanto si è visto finora, mi pare una seria candidata». 

Sul Lille

«Ho accettato questa proposta perché mi hanno affidato un progetto di valorizzazione nel quale posso proporre la mia idea di calcio. È un anno zero, vediamo dove possiamo arrivare. Proveremo a raggiungere le prime posizioni ma senza essere ossessionati dalla classifica. A parte il Psg, nella Ligue 1 ci sono sette-otto squadre che possono giocarsi gli altri posti». 

Sul Mondiale

«Non ho potuto guardare tutte le partite, come avrei desiderato, però ho visto un grande equilibrio. E l’Argentina a conti fatti ha meritato di vincerlo». 

Sul caso Ronaldo

«Difficile giudicare da fuori. Cristiano veniva da un’estate senza preparazione, non era nelle migliori condizioni. Non era facile per Fernando Santos decidere come utilizzarlo. Tendo a supportare le idee degli altri allenatori, soprattutto se guidano il Portogallo. Leao, il miglior giocatore della Serie A, stava in panchina: c’erano tanti giocatori forti nel gruppo. Era un problema di difficile gestione, davvero». 

Su Mourinho ct

«Leggo che è una possibilità. Ma non ho informazioni dirette, non sento Mourinho dai giorni in cui ha firmato per la Roma». 

Sulla Roma

«In Italia è dura. C’è molta concorrenza per l’alta classifica. Questa Roma più forte della mia? Non posso dire il contrario. Mi sembra evidente. Basta guardare gli investimenti che i Friedkin hanno stanziato sul mercato. Primo anno positivo. Chiudemmo quinti a 70 punti, che nella stagione precedente sarebbero bastati per la Champions. Valorizzammo tanti calciatori. Nel secondo anno, complicato anche per i problemi interni, siamo andati bene fino a febbraio e poi abbiamo pagato gli infortuni». 

Su Dzeko

«Non ne voglio parlare, è tutto superato. Infatti è tornato a giocare e segnare anche con me. Gli auguro il meglio. Dico solo che Dzeko per la mia Roma era come Ronaldo oggi per il Portogallo, non era un campione semplice da gestire».