Tramite il sito ufficiale del club nerazzurro, l'ex attaccante dell'Inter Diego Alberto Milito ha scritto una lettera dedicata ai tifosi per ricordare il triplete vinto 10 anni fa.

Triplete Inter, la lettera di Milito

" 'Papà, ma perché ti sei messo così dietro? In tutte le immagini ci si vede a malapena...'. Questa domanda me la fa sempre mio figlio Leandro. Avevo appena segnato i due gol al Bayern Monaco, lui aveva 3 anni: me lo sono messo in spalla e ho percorso i gradini verso la coppa, verso la gloria. Su quel palco c’era parecchia agitazione e quindi eccomi là, in fondo in un angolo, mezzo coperto, con Leandro che mi tiene le mani sulla testa, quasi sugli occhi, mentre Pupi alza la Champions League. La posizione privilegiata ce l’aveva lui. Leandro oggi ha 12 anni, è mancino, fa l’attaccante e gioca nel Racing. Ed è un super tifoso interista".

"E poi l’Inter. È stato facile ambientarsi. Conoscevo già Cambiasso, ex compagno di nazionale U20 di mio fratello. Cuchu è diventato il mio compagno di stanza, ho condiviso con lui tantissimi momenti per cinque anni: serio, intelligente, ma per fortuna mi addormentavo sempre prima io di lui! E poi c’era Zanetti: avevo giocato con suo fratello Sergio in Argentina. Mi sono sentito a casa e senza dubbio il rito dell’asado, con Samuel capo-cuoco, ha contribuito. Lo so, leggenda vuole e tutti i miei compagni sono pronti ad affermare che io mi limitassi soltanto a mangiare, ma credetemi: ogni tanto aiutavo anche io Walter, e ho anche le prove, guardate questa foto! Walter Samuel, Diego Milito, Ivan Cordoba e Javier Zanetti preparano l'asado ad Appiano Gentile dopo un allenamento Per noi era naturale restare alla Pinetina anche dopo gli allenamenti: ci trovavamo bene, tiravamo sera tra mangiate e risate. Era un gruppo davvero unito, con allenamenti in cui si pedalava forte, perché la filosofia doveva essere: come ti alleni, giochi. La personalità di quella squadra era incredibile. E Mourinho stava vicino a tutti".

Diego Milito
(Getty)