"Meritavamo di vincere ma non ci siamo riusciti perché ci siamo trovati davanti Buffon". Comincia così, con le parole di Fabio Capello - allora tecnico del Milan contro cui, esattamente 20 anni fa, esordiva il numero 1 dei numeri 1 - l'articolo e l'intervista che il sito ufficiale della UEFA dedica al portierone bianconero. Che, il 19 novembre del 1995, metteva per la prima volta piede in Serie A, con la maglia del Parma. 

 

Quel giorno, con il titolarissimo Luca Bucci infortunato, e scavalcando Alessandro Nista nelle gerarchie di Nevio Scala, che diede estrema fiducia all'allora solo 17enne ragazzino che aveva iniziato nella Canaletto, una società di calcio dilettantistica di La Spezia, per poi passare al Perticata ed al Bonascola (Carrara), prima di essere il 13 giugno 1991, acquistato dal Parma per 15 milioni di lire.

Il 19 novrembre '95 al Tardini, per lui fu l'inizio della gloria: migliore in campo, salvò ripetutamente la porta dei suoi per poi essere confermato, nella gara successiva, addirittura contro la Juventus, in quegli acerrima rivale - in campo nazionale ed internazionale - proprio del Parma. E club in cui, nel 2001, a 23 anni, venne trasferito. La sua fu una valutazione stratosferica, che lo propose come giocatore più pagato nella storia della società bianconera: Moggi lo acquistò in un pacchetto unico che comprendeva anche Thuram, versando ai ducali un corrispettivo di 75 miliardi di lire più la cessione a titolo definitivo di Bachini (valutato 30).

 

"Quando ho cominciato a giocare, come tutti i bambini, non facevo il portiere - racconta proprio Buffon a UEFA.com -. Mi piaceva fare gol; alla fine tutto sta nel mettere la palla in rete. Dai sei o sette anni, ho cominciato a giocare a centrocampo, o da libero, e mi piaceva molto ad essere sincero. Forse il destino ha voluto facessi il portiere".